Anche in Italia asma e aridità sono correlate e compaiono con una ciclicità comune. I dati di uno studio del Cnr ricordano l'impatto del clima sulla salute
Il cambiamento climatico ha un impatto anche sulla casistica dell'asma. L’aridità del clima e l’insorgenza dell’asma vanno di pari passo. Anzi, di pari ciclo. Una strana “coppia”, non c’è che dire, finora inedita negli studi. Sull’argomentosono stati pubblicati i risultati di una ricerca innovativa del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in collaborazione con sette università italiane, che ha rilevato una sincronia tra il ritmo ciclico dell’aridità e il ritmo ciclico dell’aumento dei casi di asma in Italia.
A CACCIA DI UNA CORRELAZIONE FRA ASMA E CLIMA
Guidata dal professor Sergio Bonomo, geologo dell’Istituto di Geologia ambientale e geoingegneria del Cnr (Cnr-Igag), la ricerca è stata prima condotta sui tassi di mortalità per asma per gli Stati Uniti, con dati sanitari storici, che hanno permesso di risalire sino al 1950. Tentando la correlazione con le oscillazioni cicliche della siccità si è visto che alla fine in America l’aridità condivide lo stesso schema di fluttuazione dei tassi di mortalità per asma, con una periodicità media di circa 44 anni. I tempi della climatologia sono lunghissimi mentre i dati sanitari abitualmente si conservano più sul breve periodo, spesso stagionali. Sotto la guida del professor Giuseppe Verlato dell’Università di Verona, coordinatore nazionale del progetto Geird, e del professor Bonomo si è cercato di trasferire lo studio sulla realtà italiana. Con il progetto Geird sono stati raccolti i dati dell’incidenza dell’asma in Italia tra il 1957 e il 2006, anche grazie alla collaborazione delle Università di Ancona, Ferrara, Palermo, Pavia, Torino, Sassari. In totale sono state coinvolte 36.255 persone. Il risultato: la siccità e l’incidenza dell’asma in Italia sono correlate ed emergono con uno schema ciclico di 6 anni. La ciclicità nei fenomeni climatici - hanno spiegato i ricercatori - dipende da vari fattori, fra cui la radiazione solare, l'orbita della Terra rispetto al Sole, l'inclinazione dell'asse terrestre e le correnti atmosferiche e oceaniche. A ciò si aggiunge l'impatto della crisi climatica dovuta alle emissioni di gas serra che provocano un aumento delle temperature e dei fenomeni di aridità.
LA SICCITÀ PEGGIORA LA QUALITÀ DELL'ARIA
Ma perché tra i tanti elementi del clima si è scelto di confrontare la siccità con una malattia respiratoria? Risponde il professor Bonomo: «Perché prolungati periodi di aridità causano l’aumento del particolato atmosferico, i famosi Pm10 e Pm 2,5, quindi peggiora la qualità dell’aria che respiriamo». Gli esperti di asma, malattia che è vissuta da 330 milioni di persone nel mondo, dichiarano che ormai l’inquinamento contribuisce all’aumento globale della patologia più della predisposizione genetica.
LA PREVENZIONE VA LETTA NEL CLIMA
Lo studio, tutto italiano, come il precedente sugli Stati Uniti, è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports, del gruppo Nature, e si è avvalso anche del contributo dell’Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc), dell’Istituto di farmacologia traslazionale (Cnr-Ift) e dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag). Ma alla fine che utilità ha una ricerca di questo genere? La risposta del professor Bonomo: «Questo studio vuole aprire la strada all’identificazione di nuove strategie di prevenzione e mitigazione dei danni alla salute, e ribadisce l’importanza e la necessità di agire contro i cambiamenti climatici».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.