L’ONU e l’OMS lanciano una grande sfida per abbattere nel mondo entro 15 anni il tasso di morti dovute alle più frequenti cause di malattie cardiache e oncologiche. Sale, fumo e alcol rappresentano i rischi maggiori
C’è un importante obiettivo da raggiungere entro il 2025: ridurre del 25% il tasso di morti premature, cioè quelle che avvengono tra i 30 e i 70 anni, per malattie cardiovascolari, disturbi respiratori cronici, tumori e diabete. Anche l’Italia, insieme ad altri paesi e in accordo con le linee guida dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite), si affianca a questo impegno, confidando nel possibile traguardo espresso dall’Imperial College of London in uno studio condotto in collaborazione con l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità), l’Università di Toronto e Auckland, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Lancet.
LA STRATEGIA
Ridurre, nell’arco di 15 anni, il numero di fumatori del 30%, tagliare il consumo di alcool del 10% e quello del sale da cucina del 30%. È la strategia suggerita dalle massime organizzazioni internazionali in ambito di salute per incidere positivamente non solo sul controllo dell’insorgenza di patologie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, tumori, diabete e obesità, i cui maggiori fattori di rischio sono proprio correlati a queste abitudini e stili di vita scorretti, ma anche sul risparmio di vite umane.
«Abbattere in maniera significativa i sei fattori di rischio individuati dall’Onu, cioè il consumo di sigarette e alcool, l’apporto di sale nella dieta, la pressione alta, i livelli di zucchero nel sangue (glucosio) e il sovrappeso – dicono gli autori dello studio – significherebbe ridurre del 22% tra i maschi e del 19% tra le femmine i decessi prematuri dipendenti da patologie croniche (malattie cardiovascolari e polmonari in particolare) entro il 2025, arrivando a salvare in un arco di tempo relativamente breve, 37 milioni di vite di cui 16 milioni sotto i 70 anni». Con un impatto sensibile anche sull’incidenza del diabete, un’altra importante problematica in costante crescita in ogni parte del mondo.
IL PARERE DELL’ESPERTO
Le indicazioni dell’ONU trovano consenso anche da parte degli specialisti. «Conoscere i determinanti del rischio di salute - dice il dottor Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione della Fondazione Ca’ Granda – è di fondamentale importanza così come la consapevolezza che il miglioramento dello stile di vita, specie se mantenuto nel tempo, può ridurre le probabilità di insorgenza di patologie cardiovascolari».
Strategica è l’abolizione al fumo e all’eccesso di alcool e l’attenzione ai pericoli della Sindrome Metabolica (elevati valori pressori, incremento della circonferenza addominale, alterazioni del quadro lipidico e iperglicemia) che predispongono non solo alle malattie cardiovascolari ma anche a patologie tumorali. «La sindrome metabolica – conclude il cardiologo - può essere allontanata seguendo una dieta sana e variata, ricca in vegetali fibre e povera in grassi e zuccheri che agisce sulla circonferenza vita e sul quadro lipidico e glucidico, e dal limitato apporto di sodio che aiuta a non incorrere nell’incremento dei volumi e di conseguenza della pressione arteriosa».