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Cardiologia
Francesca Morelli
pubblicato il 08-06-2016

I farmaci: sai come si conservano e si smaltiscono?



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Come usare, conservare e smaltire correttamente i farmaci? Come evitare sprechi e inquinamento? Una campagna AIFA e APMAR

I farmaci: sai come si conservano e si smaltiscono?

Poca informazione e molte scorrettezze. Potrebbe essere riassunto così il comportamento degli italiani verso i farmaci: ne abusano, specie di antibiotici e antinfiammatori fino ad aumentare il rischio di farmaco-resistenza, li sprecano, li conservano male e non li sanno adeguatamente smaltire. Così per aiutare la popolazione a fare un uso appropriato dei farmaci arriva la campagna «Green Health, fai la differenza», corredata anche da un opuscolo informativo, promossa dall’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatiche (Apmar) in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). L’iniziativa è stata finanziata da Fondazione con il Sud, con il supporto di enti e istituzioni della Regione Puglia ed il patrocinio della Asl di Lecce.

 

GLI SPRECHI FARMACOLOGICI

I farmaci costano molto in termini economici e di salute; complice un uso e consumo irresponsabile e poco consapevole. A parlare sono i numeri: secondo il rapporto nazionale Osmed 2014 (Osservatorio nazionale sull’impiego dei farmaci), ogni anno si spendono in medicine oltre 26 miliardi e mezzo di euro, pari a circa 440 euro annuali pro-capite, quantificabili in quasi due miliardi di confezioni vendute. Farmaci talvolta acquistati ‘fai-da-te’ (70%), assunti senza tenere in conto le prescrizioni mediche (nel 50% dei casi anche in presenza di patologie croniche) o in dosi più massicce del necessario, fino ad essere dimenticati in un armadietto e poi gettati nella spazzatura (60%). Dati confermati anche da un progetto pilota durato due anni, condotto in Puglia su un campione di 2 mila intervistati, con un sensibile danno anche per il Servizio Sanitario Nazionale che ogni anno rimborsa il 75% della spesa farmaceutica di tutti gli italiani, laddove possibile. 

 

USO RESPONSABILE

Mai il «fai-da-te» quando si parla di terapie e farmaci ma solo assunzione dietro prescrizione e consiglio medico: è la buona regola generale. Tanto più importante con l’avanzare dell’età quando una politerapia, continua e regolare, per la presenza di più patologie e i cambiamenti fisiologici correlati all’invecchiamento possono aumentare il rischio di effetti collaterali, spesso inosservati in soggetti anziani o mal diagnosticati o etichettati come dipendenti dall’età. Ma possono aumentare anche le interazioni pericolose tra i farmaci, alimenti o altre patologie con implicazioni importanti per la salute. Ciascuno dunque, soprattutto dopo una certa età o se svolge un ruolo di caregiver, deve ‘educarsi’ al corretto uso e conservazione dei farmaci: «Quanto più sai delle terapie che tu o i tuoi cari state assumendo - si legge nell’opuscolo «Guida all’uso consapevole del farmaco», scaricabile gratuitamente sul sito dell’Apmar - e quanto più parli con il tuo medico, tanto sarà più facile evitare potenziali problemi che potrebbero verificarsi». 

 

COME SI CONSERVANO

Un buon monitoraggio dei farmaci richiede di tenere d’occhio la scadenza, inventariandoli anche ogni mese poiché il periodo di conservazione varia secondo la natura del farmaco (pillola, sciroppo, collirio, iniezione e così via) e di fare attenzione ai cambiamenti di colore e aspetto da quello originario o se mostrino evidenti segni di deterioramento. Ancora, è bene non esporre i farmaci a agenti ambientali – come aria, luce, umidità, alte o basse temperature (a meno che il farmaco non richieda di essere tenuto in frigorifero) che ne possono alterare efficacia e struttura a discapito della funzionalità terapeutica. Meglio conservare sempre i farmaci in un luogo fresco, asciutto, lontano dalla portata dei bambini e possibilmente chiuso a chiave.

 

COME SI SMALTISCONO

Questo punto rappresenta il «buco nero» della mala informazione degli italiani. Perché nella maggior parte dei casi, i farmaci se scaduti o parzialmente usati, vengono gettati nella spazzatura, come fossero carta con possibile conseguenze anche ambientali e di inquinamento. «I farmaci, come attesta una revisione globale commissionata dal Ministero dell’Ambiente Tedesco nel 2014 -dichiara Antonella Celano, Presidente Apmar - possono essere considerati degli inquinanti ambientali ubiquitari, che cioè contaminano l’ambiente attraverso una miriade di fonti di inquinamento diffuse, in particolare delle acque di laghi e fiumi, ma anche delle acque sotterranee, potabili e persino del letame. Inoltre, una volta somministrati, molti farmaci non sono metabolizzati e possono essere escreti come tali attraverso le urine e le feci». Da cui l’importanza di smaltirli nel modo corretto, nel rispetto di poche semplici regole, secondo il tipo e il packaging del farmaco.

 

LE QUATTRO REGOLE D’ORO

«I farmaci scaduti o inutilizzati - continua la Cellano - non vanno gettati nel lavandino o nel WC, né devono essere riciclati insieme agli altri rifiuti. Essendo sostanze con potenziale tossicità devono essere raccolti e trattati separatamente, in funzione delle modalità di smaltimento imposte da ogni Regione, variabili anche da Comune a Comune». Uno smaltimento corretto può essere riassunto in quattro capisaldi:

  • i farmaci vanno rimossi dal loro contenitore originale e buttati in appositi contenitori (di norma metallici e bianchi) localizzati davanti alle farmacie e alle parafarmacie;
  • le confezioni di carta e cartone devono essere smaltite nella carta e i blister in plastica e metallo insieme alla plastica;
  • in caso di medicinali liquidi (sciroppi, fiale) apporre l’intero contenitore di vetro nel bidone davanti alle farmacie;
  • sfigmomanometri (misuratori di pressione), siringhe e altri dispositivi sanitari taglienti o pungenti - quali lamette, cannule per flebo, bisturi monouso (muniti del loro cappuccio e della custodia di protezione) - vanno smaltiti secondo le regole specifiche comunali o essere portati alla stazione ecologica attrezzata. In caso di dubbi, è bene chiedere al farmacista.
 

AZZERRARE L’INQUINAMENTO FARMACEUTICO

Tutti possiamo contribuire a non fare ammalare l’ambiente. Ad esempio non accettando campioni omaggio di medicinali sapendo già che non se ne farà mai uso; acquistando solo una confezione del farmaco proposto dal medico in caso fosse necessario cambiare terapia per qualsiasi motivo; comprando solo i farmaci necessari e di cui si fa uso abituale per evitare di farli andare a scadenza; radunando tutti i farmaci un stesso posto per non incorrere in doppioni. «L’obiettivo della campagna – conclude Luca Pani, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco - è costruire una nuova cultura del farmaco, creando da un lato una maggiore consapevolezza sull’uso corretto del farmaco tra i cittadini e dall’altro favorendo il dialogo tra tutti gli interlocutori di questo settore: i pazienti, i medici, i produttori dei farmaci e gli altri Enti Regolatori Europei».


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