Chiudi
Cardiologia
Donatella Barus
pubblicato il 02-02-2021
aggiornato il 08-06-2021

Covid-19 e donazioni di sangue: le regole per i vaccinati



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Fra gli effetti della pandemia anche un calo nelle donazioni di plasma e di sangue. L'invito a donare, le nuove indicazioni per chi ha avuto il Covid-19 e per chi si è vaccinato

Covid-19 e donazioni di sangue: le regole per i vaccinati

Notizie non buone dai centri trasfusionali: nel 2020 frena la raccolta di sangue e di plasma in Italia per effetto della pandemia da Covid-19. Intanto vengono aggiornate le regole per i donatori di sangue ed emocomonenti che si sono sottoposti a vaccinazione contro il virus Sars-CoV-2.

 

MENO DONAZIONI

Ben 139.000 unità di globuli rossi in meno e 17.500 unità di plasma in meno. È questo il bilancio del 2020 rispetto all’anno precedente secondo il Centro Nazionale Sangue, che invita le associazioni ad attivarsi per coinvolgere i volontari e raccomanda ai donatori di prenotare un appuntamento presso il centro trasfusionale appena possibile. La diminuzione nella raccolta di sangue e di plasma è l’effetto delle misure restrittive messe in atto dagli ospedali, che nei drammatici mesi passati inevitabilmente hanno rallentato molte attività non direttamente correlate con l’emergenza pandemica. A ciò si aggiunge il fatto che molti donatori non si sono recati con la frequenza abituale nei centri di raccolta, presumibilmente per timore dei rischi di contagio o perché convinti che le attività fossero sospese. In realtà, i centri trasfusionali sul territorio sono attivi e le misure adottate consentono di accedere ai servizi in sicurezza.

 

IL PLASMA: A COSA SERVE DONARLO?

Il plasma è la parte liquida del sangue che contiene fra l’altro proteine, sali minerali, fattori della coagulazione. Si ottiene con un processo di separazione (plasmaferesi) del sangue intero che divide il plasma dalla componente cellulare (ematocrito) del sangue intero. A cosa serve il plasma? Salito agli onori della cronaca grazie agli studi sul plasma iperimmune contro il Covid-19, il plasma è una risorsa preziosissima per produrre medicinali salvavita e per trasfusioni, ad esempio, in pazienti vittime di traumi e ustioni. In Italia gli obiettivi di autosufficienza richiedono una raccolta annuale di almeno 854.002 unità, mentre nel 2020 ci siamo fermati a 841.332, il 2 per cento in meno rispetto al 2019. Il direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis, avverte: «Se si sommano il calo del contributo proveniente dalla raccolta nazionale, che comunque garantisce livelli di autosufficienza compresi tra il 70-90% per i differenti medicinali plasmaderivati, alle medesime difficoltà riscontrate all’estero, è possibile attendersi una minore disponibilità di alcuni farmaci».

 

RIDUZIONE ANCHE ALL'ESTERO

La raccolta è diminuita nella gran parte delle regioni italiane, ad eccezione di Emilia Romagna e Calabria, ma il saldo nazionale è comunque negativo. Le difficoltà, inoltre, non sono solo italiane. In particolare negli Stati Uniti, che “esportano” plasma in tutto il mondo, si stima un calo del 20-30 per cento rispetto al 2019. Ora, fa sapere il Centro Nazionale Sangue, si attende un finanziamento di 7 milioni di euro da parte della Commissione Europea, nell’ambito di un programma per il supporto della raccolta del plasma da convalescenti da Covid-19.

 

IL SANGUE

Sono 139.000 in meno le unità di sangue raccolte lo scorso anno (2.409.822 in tutto), vale a dire ben il 5 per cento in meno rispetto al 2019. La riduzione si è registrata in tutte le regioni e province autonome, tanto che diverse regioni hanno chiesto «l’avvio di procedure di compensazione interregionale attraverso la bacheca Sistra» e le associazioni hanno intensificato le chiamate ai donatori.

 

PUÒ DONARE ANCHE CHI HA AVUTO IL COVID

Il 25 gennaio il Centro nazionale sangue ha precisato in una circolare apposita che anche chi ha avuto una diagnosi confermata di infezione da SARS-CoV-2 può donare sangue o plasma, purché siano trascorsi almeno 14 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione), oppure purché abbia un test molecolare negativo.

 

LE REGOLE PER I DONATORI VACCINATI

Una nota esplicativa è stata diffusa dal Centro nazionale sangue anche a proposito delle precauzioni da seguire per chi si è sottoposto a vaccinazione contro Covid-19. In particolare, si stabilisce che:

  • I soggetti vaccinati con virus attenuati (ad es. vaccini che utilizzano la tecnologia del vettore virale o virus vivi attenuati, come il vaccino AstraZeneca Vaxzevria e il vaccino Janssen) possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 4 settimane da ciascun episodio vaccinale.
  • I soggetti asintomatici vaccinati con virus inattivati, vaccini che non contengono agenti vivi o vaccini ricombinanti (ad es. vaccini a base di mRNA, come i vaccini Pfizer-BioNTech e il vaccino Moderna, o a base di sub-unità proteiche) possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 48 ore da ciascun episodio vaccinale. Quale misura precauzionale, i soggetti che abbiano sviluppato sintomi dopo la somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi.
  • Nelle situazioni nelle quali al donatore sia stato somministrato un vaccino anti-SARS-CoV-2 di cui manchino o non si riescano a reperire sufficienti informazioni, i soggetti possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 4 settimane da ciascun episodio vaccinale.

 

8/6/21 articolo aggiornato con indicazioni sul vaccino Janssen contro Sars-CoV-2

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina