L'influenza viaggia sui mezzi di trasporto. Chi li utilizza per più tempo -e con più cambi di linea- ha maggiori probabilità di contrarre il virus
Influenza e mezzi di trasporto viaggiano a braccetto. Chi si sposta molto, specialmente chi arriva dalla periferia in metropolitana e con diversi cambi di linea, ha maggiori probabilità di contrarre il virus dell'influenza. Un risultato curioso -nessuno studio aveva ancora messo nero su bianco questo legame- ottenuto incrociando i dati degli spostamenti dei pendolari londinesi. A realizzarlo un gruppo di ricercatori della University of Bristol. L'indagine è stata pubblicata dalla rivista Environmental Health.
INFLUENZA: IL PICCO TRA DICEMBRE E GENNAIO
Secondo le previsioni dell'Istituto Superiore di Sanità l'andamento attuale dell'influenza ricalcherebbe quello dell'anno scorso. Risultato? Tra fine dicembre e inizio di gennaio dovrebbe verificarsi il picco massimo di contagi. Definirla banale è più che mai un'errata convinzione: malattia respiratoria di origine virale, può portare a conseguenze anche gravi, come le polmoniti, soprattutto in persone a rischio, per età o stato di salute. Si calcola che ogni anno in Europa l’epidemia influenzale causi 40 mila decessi prematuri, in gran parte anziani oltre i 65 anni.
COME DIFENDERSI DALL'INFLUENZA?
PIU' TI SPOSTI CON I MEZZI PUBBLICI, PIU' AUMENTANO LE PROBABILITA' DI CONTAGIO
Il contagio dell'influenza avviene per via aerea. Le particelle virali si diffondono infatti molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. I mezzi di trasporto pubblico non fanno eccezione. Incrociando i dati relativi ai "passaggi al tornello" degli abbonati alla metropolitana londinese con quelli provenienti dal registro sanitario inglese, gli autori della ricerca hanno scoperto che l'influenza colpisce di più nei quartieri periferici e meno serviti dai mezzi. Ma quello che potrebbe sembrare un controsenso in realtà ha una spiegazione ben chiara: «gli abitanti di queste zone per raggiungere il lavoro nelle zone più centrali di Londra -spiega Lara Goscé, una delle autrici dello studio- sono costretti a tragitti più lunghi e a cambi di linea passando per stazioni molto affollate. Questo aumenta il loro rischio di esposizione». Ma c'è di più: «nelle zone dove le persone non usano o utilizzano al minimo i trasporti pubblici per andare al lavoro -continua la ricercatrice- i casi di contagio erano molto minori. Non solo, minori casi si registrano anche nei quartieri serviti da più linee di metropolitana, dove i viaggi sono più rapidi e dunque con meno fermate e con meno contatto con altri passeggeri».
LA PREVENZIONE PASSA DAL VACCINO E DAL LAVAGGIO DELLE MANI
Dal momento che smettere di spostarci da una parte all'altra della città non è una soluzione contemplabile, molte sono le armi a nostra disposizione per difenderci dall'influenza. In primis il vaccino, per farlo c'è tempo sino a fine dicembre. Ma dal momento che il virus si trasmette dopo aver starnutito o tossito, il consiglio è di lavare le mani spesso. La trasmissione avviene anche per contatto diretto di utensili o oggetti dal momento che il virus dell’influenza può persistere molto a lungo e penetrare nell’organismo attraverso le mucose. Ecco perché chi è in casa con un malato non deve commettere l'errore di utilizzare la stessa forchetta o bicchiere non lavati precedentemente.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.