Insorgono i docenti psichiatrici contro la possibilità di giocare con soldi veri online col computer e anche con gli smartphone. Per una legge dello Stato si rischia di aumentare il già grande esercito di giocatori patologici
Insorgono i docenti psichiatrici contro la possibilità di giocare con soldi veri online col computer e anche con gli smartphone. Per una legge dello Stato si rischia di aumentare il già grande esercito di giocatori patologici
Ci si potrà rovinare comodamente seduti in casa anziché rincorrere le slot machine ormai sulla via di allontanarsi se si abita vicino a scuole, ospedali, chiese, secondo quanto aveva appena stabilito il ministro della Salute Renato Balduzzi per distanziare la tentazione da persone e luoghi “sensibili”. Da lunedì 3 dicembre si può giocare online a tantissimi giochi modello slot. Quindi non solo sul computer, ma anche con gli smartphone. Dovunque, perciò, e senza sosta. Essenziale è poter scrivere sul video il codice fiscale e (ancor più fondamentale) il numero di carta di credito. Fatto questo, nulla ci potrà fermare... se non l’autocontrollo e il senso del limite.
Ma moltissime persone – come ormai si denuncia da tempo – questo freno interno non lo possiedono o gli si è rotto con i vari lotti ed enalotti statali pubblicizzati senza sosta e con i poker e i casinò per niente virtuali (ben concreti sui soldi) divenuti legali online un altro lunedì nero per le ludopatie, il 18 luglio del 2011. Le stime parlano di 700-800mila giocatori patologici in Italia.
DIPENDENZE DA COMPUTER - «Noi questi giochi o altre dipendenze da video come possono essere quelle da Internet o da Facebook li chiamiamo “rifugi della mente”», dice il professor Donato Munno, docente di Psicologia clinica alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino e, soprattutto, direttore di un ambulatorio specialistico per le “nuove dipendenze” creato due anni fa alle Molinette. «Rifugi perché servono a compensare una serie di disagi personali (consci o inconsci, per fatti reali o psicologici, adolescenziali…) oppure disturbi in co-morbidità con la depressione, quali l’ossessività, l’ansia. A sua volta, il gioco online compulsivo può provocare ansia, insonnia, aggressività, tensioni in famiglia per le perdite di soldi, fino a situazioni gravi che abbiamo già visto, come il ragazzino che accoltella il padre perché gli ha staccato la spina del computer».
SLOT: PIU’ VELOCE, PIU’ COMPULSIVO - Il gioco modello slot è anche più veloce. «Già, e la velocità fa parte del suo fascino, la compulsività va la massimo e ci si rovina di più, più velocemente i soldi scorrono via dalla carta di credito. E qui proprio non c’è nessuna fatica né mentale né fisica, nessuna abilità. Tra un po’ ci aspettiamo di vedere arrivare in ambulatorio anche questi nuovi “drogati” dalle slot online».
Lo Stato, continua il professor Munno ha in progetto – l’ha detto di recente il ministro – di creare ambulatori per le ludopatie, malattie da gioco (ludus in latino), di cui quello delle Molinette si può dire un prototipo, e dall’altra alimenta la facilità di scatenare dipendenze. Come del resto, conclude lo psichiatra, fa con le sigarette.
Ma le ludopatie come si curano? «Con i farmaci che riducono l’impulso, ed è già un primo aiuto, poi si interviene con una psicoterapia individuale o di tutta la famiglia secondo i casi», spiega il professor Munno.
SCHIZOFRENIA DI STATO - Un altro superesperto di dipendenze vecchie e nuove è il professor Luigi Gallimberti dell’Università di Padova, dove dirige l’Unità di Disintossicazione clinico-tossicologica. Letteralmente esplode contro la novità di permettere il gioco tipo slot anche online: «La schizofrenia di Stato aumenta sempre più. Come con il fumo che vende e che disincentiva insieme. Fumo e tumori ai polmoni. Lo Stato continua a caricarsi di malati, ecco da lunedì la via per creare nuovi giocatori patologici, e i guadagni che ricava da questi slot o poker online sono nettamente inferiori, irrisori, rispetto alle spese mediche che dovrà accollarsi».
DAL PIACERE AL TORMENTO - Gallimberti ha appena pubblicato da Rizzoli un libro quanto mai interessante e utile che si intitola Morire di piacere. Un titolo paradosso perché dedicato a tutti quei piaceri – come il vino, la sigaretta, il gioco, le “gioie proibite” come le droghe – quando diventano dipendenze, dunque un tormento, non di rado mortale. Con la sua équipe Gallimberti ha messo a punto progetti di prevenzione per le scuole, a cominciare dalle ultime classi delle elementari.
«I giochi del modello slot sono più veloci, quindi cresce l’eccitazione di perdere o di vincere. Ma quel che più rimprovero allo Stato è che la facilità di accesso recluta per il gioco persone che diversamente mai sarebbe diventate dei giocatori d’azzardo».
Serena Zoli