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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 14-10-2024

Schizofrenia: approvata una nuova cura più efficace e meglio tollerata



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Via libera negli Stati Uniti alla combinazione di xanomelina e cloruro di torspio. Il differente meccanismo d'azione migliora l'efficacia e diminuisce gli effetti collaterali

Schizofrenia: approvata una nuova cura più efficace e meglio tollerata

La cura della schizofrenia fa un ulteriore passo in avanti. Dopo l'avvento delle molecole a lunga durata d'azione, questa è la volta del primo farmaco con un differente meccanismo d'azione. Approvato dall'FDA negli Stati Uniti, gli addetti ai lavori l'hanno definito rivoluzionario poiché rappresenta una svolta rispetto agli antipsicotici tradizionali oggi in uso. Se per per decenni ci si è concentrati sulla modulazione della dopamina, la combinazione di xanomelina e cloruro di torspio -agendo su un bersaglio differente- si è dimostrata utile nel migliorare l'efficacia e diminuire gli effetti collaterali rispetto ai farmaci attualmente disponibili.

LA SCHIZOFRENIA

La schizofrenia è una patologia psichiatrica dalla lenta evoluzione. I sintomi si dividono in positivi –come deliri, allucinazioni e pensieri disordinati- e negativi –come i deficit delle normali risposte emotive o di altri processi di pensiero. Le prime avvisaglie -meno conclamate come la tendenza all'isolamento e al controllo- possono però iniziare intorno a 10-15 anni. Proprio per questa ragione è di fondamentale importanza una diagnosi tempestiva e precoce. Ad oggi si calcola che nella sola Italia ne soffrano circa 250 mila persone. Pur essendo una malattia molto complessa, gran parte delle cause sembrerebbero essere legate ad uno squilibrio nella regolazione della dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale a livello cererbrale.

AGIRE SULLA DOPAMINA

Proprio per il coinvolgimento della dopamina, il trattamento farmacologico principale per la schizofrenia è rappresentato dall'utilizzo di farmaci che agiscono sui recettori dopaminergici. In particolare questi farmaci "lavorano" essenzialmente bloccando o modulando l'attività dei recettori D2 della dopamina nel cervello riducendone l'attività. Purtroppo però circa la metà dei pazienti non risponde adeguatamente a questi trattamenti e molti sono costretti a cambiare farmaco a causa di effetti collaterali debilitanti come sonnolenza, aumento di peso e disturbi extrapiramidali. In questi ultimi anni non ci sono state novità terapeutiche degne di nota fatta eccezione per gli antipsicotici a lunga durata d'azione. Identici ai farmaci tradizionali, questi ultimi vengono somministrati tramite iniezioni intramuscolari che migliorano l'aderenza alla terapia riducendo la frequenza delle somministrazioni. Nonostante questo vantaggio, anche i "long-acting" continuano a presentare gli stessi limiti in termini di effetti collaterali e inefficacia contro i sintomi negativi.

UNA NUOVA CATEGORIA DI FARMACI

Partendo da questo presupposto la ricerca si è concentrata nel tentativo di individuare nuove molecole capaci di agire su circuiti differenti. Ed è questo il caso della xanomelina e cloruro di torspio. Anche se la schizofrenia è principalmente associata a uno squilibrio della dopamina, l'interazione tra diversi neurotrasmettitori, tra cui l'acetilcolina e il glutammato, gioca un ruolo cruciale nel regolare l'attività dopaminergica. Per quanto riguarda il nuovo farmaco, le due molecole hanno come target i recettori muscarinici M1 e M4 che fanno parte del sistema colinergico, responsabile del rilascio di acetilcolina. Una stimolazione che influenza indirettamente il rilascio di dopamina nelle diverse aree del cervello, aiutando a bilanciare l'eccesso di dopamina. Gli studi che hanno portato all'approvazione, pubblicati su The Lancet e Jama, hanno dimostrato una riduzione significativa dei sintomi psicotici e un profilo di sicurezza maggiore. Non solo, il farmaco ha anche mostrato miglioramenti sui sintomi negativi della schizofrenia. Risultati importanti così commentati da Tiffany Farchione, direttrice della divisione di psichiatria del Centro per la ricerca e la valutazione dei farmaci della FDA: «Siamo di fronte al primo nuovo approccio alla schizofrenia dopo decenni e si candida a essere un’alternativa agli antipsicotici finora prescritti». Allo stato attuale in Europa è in corso di valutazione l'approvazione del farmaco.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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