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Redazione
pubblicato il 10-10-2013

Arrivano le nuove linee guida per il diabete nell'anziano



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Non solo assistenza sanitaria, terapia farmacologica appropriata, esami periodici per diminuire il rischio di complicanze a lungo termine ma stili di vita più salutari

Arrivano le nuove linee guida per il diabete nell'anziano

Non solo assistenza sanitaria, terapia farmacologica appropriata, esami periodici per diminuire il rischio di complicanze a lungo termine ma stili di vita più salutari

Nel 2010 in Europa le diagnosi sono state di oltre 54 milioni e nel 2030 si stima che saliranno a più di 66 milioni. Sono i numeri epidemici del diabete che colpisce ogni anno circa la metà degli ultra 65enni: un fenomeno sempre più diffuso a causa dell’allungamento della vita media e dell’invecchiamento della popolazione. È questa solo una delle ragioni per cui il Comitato Europeo di Studio sul Diabete negli Anziani dell’IDOP (Istituto di Diabetologia per anziani) ha varato le nuove Linee Guida per gli Anziani con Diabete Mellito di Tipo 2, la forma più comune.

LA MALATTIA– Un problema, quello del diabete, particolarmente sentito anche in Italia, il paese più longevo del mondo e con la presenza del più alto numero di ultra 65enni. Da qui la necessità di un ‘nuovo’ approccio di trattamento che, tenendo conto della diffusione del fenomeno, uniformasse la terapia e rispondesse in maniera più efficace alle crescenti esigenze dell’anziano. «Le Linee Guida, finora disponibili – spiega Giuseppe Paolisso, Presidente Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) – non davano il giusto peso ad alcuni aspetti fondamentali nella cura dell’anziano con diabete, quali il ricorso a terapia di esercizio fisico, nutrizionali, e ipoglicemizzanti per ritardare le gravi complicanze alla retina, al rene, ai nervi periferici e al cuore del diabete senile o il decadimento cognitivo, così come la dipendenza da ausili tecnici per garantire alla persona autonomia e incolumità». Ma, oltre a questi, occorrono anche interventi pratici di assistenza finalizzati a ridurre l’ospedalizzazione e le ricadute socio-sanitarie. Perché, anche nel nostro paese, tutta la ‘gestione medica’ è a carico del Sistema Sanitario. «Se attualmente l’Unione Europea destina alla cura del diabete 80 miliardi di euro, circa il 10% della spesa sanitaria totale, nel 2030 dovrà stanziare almeno 94 miliardi». Dunque, obiettivo delle Linee Guida è quello di migliorare la decisione clinica, e di conseguenza la qualità della vita dei pazienti diabetici, ed evitare il collasso economico pubblico.

PREVENZIONE – Non solo assistenza sanitaria (terapia farmacologica appropriata, esami periodici per diminuire il rischio di complicanze a lungo termine): per prevenire il diabete occorre ‘educare’ anche a un corretto (o a un miglioramento) dello stile di vita. Prima fra tutti l’alimentazione. «Premesso che la dieta va studiata con uno specialista - continua Paolisso - una attenzione particolare va riservata all’assunzione dei carboidrati (zuccheri) per contenere il più possibile i livelli di glicemia nella norma, i quali dovrebbero provenire da legumi, vegetali, cereali integrali e frutta ricchi in carboidrati complessi e fibra. Parte integrante della diabeto-terapia è anche l'esercizio fisico, meglio se aerobico, che dovrebbe prevedere almeno 30 minuti di camminata al giorno (o altra forma di esercizio fisico) per tre ore di movimento totali alla settimana».

Francesca Morelli


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