Le due condizioni nelle donne favoriscono il consumo di alimenti ricchi di grassi. Anche la dieta, senza una correzione dello stile di vita, può diventare inefficace
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Stressate, depresse e in futuro probabilmente obese. Ciò che si manifesta sul girovita è una diretta conseguenza dello stato di salute della mente. Un’indicazione utile per chi è impegnato nel tentativo di dimagrire e non vede ancora i risultati sperati. E se il primo passo fosse correggere alcune abitudini dello stile di vita?
L’ESPERIMENTO
Che lo stress e la depressione favoriscano il ricorso ad alimenti ad alto contenuto energetico non è una novità assoluta. Quello che s’è scoperto, adesso, è come queste due condizioni favoriscano il rallentamento del metabolismo. Tutto o quasi dipende dagli squilibri ormonali che si innescano: è questa la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori statunitensi, il cui lavoro è appena stato pubblicato su Biological Psychiatry, dopo aver coinvolto 58 donne con un’età media di 53 anni, i cui livelli di stress sono stati rilevati attraverso un insieme di domande utilizzate per valutare la capacità di adattamento alle sollecitazioni esterne. A tutte è stato somministrato un menù standard il giorno prima dell’esperimento, seguito dalla misurazione del metabolismo. Durante l’esperimento le donne erano chiamate a consumare un pasto a elevato contenuto energetico: con 60 grammi di grassi per un totale di 930 chilocalorie, da consumare in venti minuti.
IL RUOLO DELL’INSULINA
Dal confronto tra i parametri ematici rilevati prima del pasto e sei ore dopo è così emersa un’alterata regolazione dell’insulina, accompagnate da un rallentamento del metabolismo, nelle persone stressate. Nessuna riduzione significativa, invece, nelle concentrazioni di glucosio, trigliceridi e cortisolo nel sangue. Siccome più cortisolo vuol dire più insulina, oltre a una continua ricerca di alimenti poco salutari, e più insulina vuol dire anche un maggiore accumulo di grasso a livello addominale, il sillogismo è scontato: un solo pasto ricco di grassi è in grado di rallentare il metabolismo nelle persone stressate, costituendo un terreno fertile per un successivo aumento di peso. «A parità di menù, è stato stimato un aumento di peso nelle donne stressate pari a 11 chili ogni anno - afferma Jan Glaser, docente di medicina interna all’università dell’Ohio -. In condizioni di stress, poi, ogni individuo è portato a consumare alimenti meno salutari e ad adottare uno stile di vita più sedentario».
DONNE A RISCHIO?
La ricerca ha preso in esame un campione di sole donne: un limite oggettivo dell’indagine che gli autori hanno motivato spiegando «che gli uomini hanno più massa muscolare, responsabile di un maggiore consumo di calorie, soprattutto se allenato». Se a ciò si aggiunge che le donne, oltre al lavoro, hanno un ruolo insostituibile all’interno della famiglia, è presto chiaro perché l’indagine sia partita da loro. Quanto alla depressione, s’è rivelata un fattore di rischio soltanto se presente in persone già stressate. Il segreto, non potendo fare a meno di vivere periodi particolarmente intensi, «è quello di avere alimenti sani nel frigorifero, in modo che nei momenti di massimo stress si eviti di cadere in tentazione», chiosa Glaser.
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Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).