Non è possibile considerare l'allattamento solo dal punto di vista nutrizionale. A parità di età ogni bambino ha delle caratteristiche diverse, ecco perché né la regola dei 6 mesi né quella dei 4 deve essere considerata in senso assoluto
Non è possibile considerare l’allattamento solo dal punto di vista nutrizionale. A parità di età, ogni bambino ha delle caratteristiche diverse, ecco perché né la regola dei 6 mesi né quella dei 4 deve essere considerata in senso assoluto
Anche se medici e specialisti concordano sugli straordinari benefici dell’allattamento, non tutti la pensano allo stesso modo su quanto tempo una mamma debba continuare ad allattare il proprio bambino. Ad accendere la polemica fu tempo fa un articolo pubblicato dal British Medical Journal. Nell’articolo venne messa in dubbio la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di allattare esclusivamente al seno per sei mesi (senza integrazione di cibi solidi), consigliando invece di ridurre il periodo a 4 mesi. A detta degli autori, l’allattamento esclusivo per 6 mesi (ovvero senza l’assunzione di altri cibi), avrebbe aumentato la probabilità di sviluppare l’anemia, allergie alimentari e celiachia.
CONFUSIONE- Giornali e televisioni hanno diffuso in maniera poco chiara il dato senza valutare in maniera critica l’indicazione del British Medical Journal. Un fatto che potrebbe confondere le madri dei neonati portandole a scegliere di allattare sino ai 4 mesi. Purtroppo in pochi ricordano che i bambini alimentati con latte artificiale o svezzati troppo presto con cibi solidi corrono il rischio di contrarre numerose malattie e di essere più suscettibili a diventare obesi. Dati ampiamente dimostrati in numerosissimi studi scientifici.
INDICAZIONI DELL’OMS- Le indicazioni fornite dall’OMS, basate sull’analisi dettagliata di più di 3000 lavori scientifici, rappresentano una raccomandazione per la popolazione valide a livello generale, non sono un dictat. «Ogni caso deve essere valutato singolarmente, non esiste una regola valida per tutti. A parità di età, ogni bambino ha delle caratteristiche diverse, ecco perché né la regola dei 6 mesi né quella dei 4 deve essere considerata in senso assoluto» dichiara Riccardo Davanzo, neonatologo dell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste.
PARERE SULLO STUDIO- La ricerca del British Medical Journal in realtà non rappresenta uno studio vero e proprio ma una meta-analisi, ovvero un lavoro che riassume i dati provenienti da diversi studi. L’articolo mostra il parere di alcuni esperti che, in base alla lettura dei molti lavori scientifici in merito, hanno tratto la conclusione definendo il periodo ottimale di allattamento. Come spiega il dottor Davanzo, «Le conclusioni rispecchiano il punto di vista dei singoli specialisti ma sono prive di una visione globale sull’allattamento».
SFATARE IL MITO DELL’ANEMIA- Come già detto, una delle conclusioni del British Medical Journal è quella del rischio di sviluppare anemia nei bambini allattati per lunghi periodi. La ragione risiederebbe nello scarso apporto di ferro, ecco da qui la necessità di introdurre alimenti arricchiti. «Non tutti sanno però che per aumentare efficacemente le riserve di ferro di un neonato e prevenire l'anemia è sufficiente attendere un paio di minuti prima di tagliare il cordone ombelicale al momento del parto» continua Davanzo.
CONCLUSIONI- «Non è possibile considerare l’allattamento solo dal punto di vista nutrizionale. Esso deve essere studiato da un punto di vista globale che tenga conto di tutte le variabili, ovvero lo stato di salute del bambino e della madre, e non solo quelle nutrizionali. Per questa ragione le conclusioni degli autori mi sembrano poco condivisibili» conclude Davanzo.
Daniele Banfi