Essi sono privi di contenuto calorico ma non riescono ad ingannare il nostro cervello che reagisce inducendo un insopprimibile bisogno di zuccheri
I dolcificanti, buoni amici di tutti quelli che fanno una dieta, non riescono ad ingannare il cervello. La faccenda è legata al senso di ricompensa e di soddisfazione procurato dagli zuccheri, e i dolcificanti non hanno il potere di dare questo «contentino».
Il piacere che si ricava dalla consumazione di zuccheri o di bevande zuccherate è dovuto in gran parte all’energia che essi apportano.
L’Oms: «Limitare gli zuccheri aggiunti. Non più di 12 cucchiaini al giorno»
UN CIRCOLO VIZIOSO SENZA SOLUZIONE
Questi meccanismi sono stati svelati da ricercatori dell’Università americana di Yale, nell’ambito di uno studio sulle cause della vera e propria epidemia di obesità che affligge gli Stati Uniti da parecchi anni.
All’ingestione di dolcificanti privi di contenuto calorico, il cervello reagisce creando la sensazione di una «fame» di zuccheri, per cui le persone che stanno disperatamente tentando di dimagrire si rivolgono senza pensarci ad alimenti che hanno una forte carica di zuccheri. E’ una specie di circolo vizioso, che sembra senza soluzione.
E SE LA SOLUZIONE FOSSE A META' STRADA?
La conclusione dello studio suggerisce di «tagliare il male a metà», vale a dire produrre alimenti e bevande che contengano sia dolcificanti, sia una modesta dose di zuccheri, in modo da evitare la caduta del metabolismo energetico.
Nel corso di esperimenti con topi, i ricercatori hanno individuato un circuito cerebrale, a regolazione dopaminergica, che determina la scelta tra zuccheri e dolcificanti.
Questo particolare circuito interagisce con i circuiti cerebrali preposti alla sensazione di ricompensa.