Uno studio inglese conferma come le probabilità di sviluppare un tumore tra le donne che seguono una dieta organica non siano inferiori
Per il bio, si tratta di un’ulteriore bocciatura: almeno sotto l’aspetto nutrizionale. Le donne che consumano prevalentemente alimenti di origine organica non hanno un rischio più basso di sviluppare un tumore rispetto alle stesse che portano a tavola cibi convenzionali. Risulta così sfatato un altro falso mito.
Mangiare alimenti di origine biologica è una scelta individuale che, a livello qualitativo, non migliora la dieta. Né, e ora c’è anche la prova, aiuta a prevenire l’insorgenza di tumori. Dopo quello relativo ai maggiori apporti di nutrienti per i bambini (leggi l’approfondimento di Fondazione Veronesi), cala il sipario sull’eventualità che consumare alimenti di origine organica - prodotti seguendo tecniche di coltivazione e di allevamento che escludono l’uso di sostanze chimiche di sintesi e di organismi geneticamente modificati - funga da scudo rispetto ad alcune delle più diffuse neoplasie.
BIOLOGICO E TUMORI
La conferma arriva da un ampio studio pubblicato sul British Journal of Cancer che sgombera il campo dai dubbi. L’assenza totale di pesticidi da questi alimenti, che secondo alcuni autori avrebbe potuto ridurre l’incidenza di alcuni tumori, non apporta in realtà alcun beneficio se, come si è visto nel corso della ricerca condotta su oltre seicentomila donne nel Regno Unito, l’incidenza totale di tumori si è rivelata del tutto sovrapponibile nei due gruppi: uno composto da donne che dichiaravano di consumare sempre o spesso alimenti biologici, altre del tutto lontane da essi.
Esaminando i risultati dei 16 tipi di cancro analizzati, tra le donne che consumavano più spesso alimenti biologici è stato riscontrato un lieve aumento delle nuove diagnosi di tumore al seno e una riduzione del linfoma non-Hodgkin.
Ma nessuno di questi risultati, al momento, può essere spiegato attraverso un nesso di causa-effetto con la dieta.
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PREVENZIONE A TAVOLA
Sebbene gli scienziati stimino che quasi un terzo dei tumori possano essere prevenuti attraverso la dieta, le principali responsabilità non sarebbero da ricondurre ai pesticidi: anche per merito degli alti standard di sicurezza degli alimenti prodotti in Europa. «Nonostante tutto, se escludessimo i problemi della contraffazione e dell’esistenza di campi coltivati in biologico immersi all'interno di vaste aree coltivate in tradizionale, i vantaggi del biologico supererebbero comunque gli svantaggi - afferma Enzo Spisni, docente di fisiologia della nutrizione all’università di Bologna -. Ma la conoscenza in materia è ancora limitata. Mancano, infatti, studi interventistici fatti sull’uomo in grado di sciogliere ogni dubbio. Occorrerebbe somministrare in maniera controllata diete differenti a soggetti volontari per valutare le evewntuali differenze». Mangiare biologico, dunque, è una buona abitudine che fa parte di uno stile di vita corretto. Ma in termini di prevenzione ci sono molti altri accorgimenti ben più efficaci.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).