Con un'ora di sonno in più a notte migliora la qualità della dieta e si consumano meno cibi dolci
Dormire di più per mangiare meglio. Si possono riassumere in questo modo, le conclusioni di uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori del King's College di Londra sull'American Journal of Clinical Nutrition. Dedicare le giuste ore al riposo, oltre a essere considerato un valido antidoto contro l'obesità e l'insorgenza di disturbi metabolici, equivale a un intervento salutare sullo stile di vita, misurabile attraverso una ridotta assunzione di alimenti dolci e il rispetto di uno schema dietetico complessivamente più equilibrato: più ricco in frutta e verdura, meno in grassi e proteine di origine animale.
CON PIU' ORE DI SONNO MENO ZUCCHERI NELLA DIETA
I ricercatori, intervenendo su un gruppo di persone e utilizzandone un altro come controllo per verificare le differenze, hanno valutato l'opportunità di aumentare le ore di sonno in un gruppo di adulti abituati a dormire meno di sette ore a notte: considerato il minimo indispensabile per avere un riposo ristoratore. Oltre a questo, hanno voluto esaminare l'impatto dell'aumento delle ore di sonno sull'assunzione di nutrienti. Più sonno (tra i 52 e i 90 minuti a notte), meno (10 grammi al giorno) zuccheri semplici nella dieta: la correlazione è emersa in maniera evidente, così come per il consumo quotidiano di carboidrati totali (considerando anche quelli complessi). La valutazione è stata realizzata incrociando le informazioni riportate per una settimana in un diario alimentare con i dati relativi al sonno raccolti da un sensore di movimento messo al polso dei partecipanti allo studio.
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GLI EFFETTI DEL POCO SONNO SULLA SALUTE
«La durata e la qualità del sonno rappresentano un tema di crescente interesse per chi si occupa di salute pubblica, dal momento che ormai non ci sono più dubbi sul fatto che rappresentino un fattore di rischio per diverse condizioni: dall'obesità al rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari, da una minore capacità di concentrazione al calo della concentrazione degli spermatozoi», afferma Haya Al Khatib, ricercatrice del dipartimento di scienze della nutrizione al King's College e autore principale della ricerca. «Abbiamo dimostrato che le abitudini del sonno possono essere cambiate con relativa facilità negli adulti sani, utilizzando un approccio personalizzato. Speriamo di ottenere riscontri analoghi anche a medio e lungo termine: in questo modo potremmo arrivare a definire il sonno un valido rimedio per le persone obese o che presentano un rischio cardiovascolare più alto rispetto alla media».
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).