Salutare e sostenibile, la dieta Planeterranea vuole individuare, in ogni paese del mondo, alimenti paragonabili a quelli previsti dalla dieta Mediterranea, con caratteristiche nutrizionali simili
Se la dieta Mediterranea è così salutare, equilibrata e sostenibile, perché allora non diamo la possibilità ai paesi di tutto il mondo di poterla seguire, beneficiando dei suoi effetti positivi in termini di salute? Con la dieta Planeterranea, proposta dalla Cattedra UNESCO sull’educazione alla salute e sviluppo sostenibile, questa opportunità è più vicina di quanto non si pensi.
COS’È LA DIETA PLANETERRANEA?
La dieta Planeterranea, o Pianeterranea, è un nuovo modello alimentare che contiene tutti i principi della dieta Mediterranea, ma è applicabile in qualunque parte del mondo. Questo sarà possibile grazie alla creazione di piramidi alimentari che contengano alimenti reperibili in ogni angolo del mondo, simili a quelli tipici della dieta Mediterranea in termini di proprietà nutrizionali e benefici apportati alla salute. Non bisogna dimenticare, infatti, che i prodotti della dieta Mediterranea come olio di oliva, legumi e cereali integrali, non si trovano facilmente in qualunque parte del mondo. Anche la frutta e la verdura del bacino mediterraneo non è scontato si trovino in Africa o in America Latina. Pensiamo solo alle enormi differenze tra nord e sud, anche all’interno di uno stesso continente o addirittura paese: non ci aspettiamo di trovare fichi d’India in Piemonte o il radicchio rosso di Treviso in Puglia. Anche la feta non è certo diffusa da noi come in Grecia. Eppure, con i dovuti aggiustamenti e scegliendo prodotti simili dal punto di vista nutrizionale, la dieta Mediterranea riesce a essere applicata in tutta l’area mediterranea e ad apportare numerosi benefici non solo in termini di salute, ma anche di sostenibilità.
NON SOLO SALUTARE...
«La dieta Mediterranea, patrimonio Unesco a partire dal 2010, rappresenta la migliore soluzione per proteggere la salute dalle malattie croniche non trasmissibili come tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative», ricorda Annamaria Colao, professoressa di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli e titolare della Cattedra UNESCO sull’educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile. «Chi vive nelle aree urbane, purtroppo, presenta spesso una scarsa qualità della dieta con abuso di alimenti processati e ad alto indice glicemico, ricchi di zuccheri e grassi che predispongono a vere e proprie epidemie di obesità, malattie metaboliche, come il diabete, ed eventi cardiovascolari. Con una dieta Planeterranea ben calibrata si possono sfruttare le medesime caratteristiche benefiche date dalla stessa dieta Mediterranea».
...MA ANCHE SOSTENIBILE
La dieta Mediterranea, inoltre, rappresenta un modello alimentare davvero sostenibile. Si basa, infatti, sul consumo di prodotti freschi, di stagione e a chilometro zero, utilizzando alimenti consumati nello stesso paese in cui vengono prodotti. «Se riuscissimo a compiere l’operazione culturale di esportazione di questo modello anche in altri paesi del mondo, renderemmo l’alimentazione sempre più sostenibile. Se vogliamo preservare il nostro pianeta e le nostre risorse naturali, dobbiamo cominciare a valorizzare quello che ogni paese possiede nel proprio territorio. Le esportazioni non vanno certo demonizzate e qualche prodotto proveniente da altre zone può essere certamente integrato, ma non costituire il fulcro della nostra dieta».
CIBI DAL MONDO
Per diffondere la dieta Planeterranea bisogna individuare, in ogni paese del mondo, frutta, verdure, legumi, cereali integrali, con contenuti nutrizionali e caratteristiche simili a quelli tipici della Dieta Mediterranea. Vediamo alcuni esempi. L’olio extra vergine di oliva rappresenta il prodotto per eccellenza della dieta Mediterranea. Ricco di acidi grassi monoinsaturi, favorisce il mantenimento della normale fluidità del sangue e riduce la quota di colesterolo cattivo LDL. Preferirlo ai grassi animali, contenuti nel burro, nello strutto e nel lardo, e a quelli idrogenati delle margarine, è sempre una buona scelta. In alternativa all’olio, in America Latina, l’avocado rappresenta una fonte di acidi grassi monoinsaturi, fondamentali in una dieta sana ed equilibrata. In Africa, invece, il consumo di cereali integrali tipici della dieta Mediterranea, ricchi di fibra, importante per la salute intestinale e il metabolismo, può essere sostituito dal consumo di teff, un cereale senza glutine. In Asia, invece, la soia e i semi di sesamo rappresentano una valida alternativa per consumare alimenti ricchi di composti bioattivi e sostanze antiossidanti in grado di ridurre ipertensione, stress ossidativo, infiammazione e insulino resistenza.
LA PROMOZIONE DELLA DIETA PLANETERRANEA
«Per diffondere la dieta Planeterranea – conclude la professoressa Colao –, è fondamentale una prima fase esplorativa necessaria per capire quali alimenti offrano i diversi paesi, quali siano le loro caratteristiche nutrizionali e i loro effetti sulla salute. Abbiamo già iniziato con l’America Latina e, a seguire, ci occuperemo di Africa, Asia, Australia e Nord America. Successivamente, per costruire piramidi alimentari che ricalchino il più possibile la dieta Mediterranea, bisognerà procedere con questionari per individuare le maggiori carenze nutrizionali. La dieta Mediterranea è un bene prezioso ed è giusto che venga reso democratico in tutto il mondo».
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Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile