Più importante il girovita del peso corporeo. La pancreatite acuta è più frequente in chi mostra maggiori livelli di grasso addominale
L'obesità è nemica della salute: aumenta i rischi per la salute cardiovascolare, le probabilità di ammalarsi di cancro, non è un deterrente per le malattie autoimmuni. Ma può avere in realtà anche ripercussioni a breve termine per la salute. Una delle più temute è la pancreatite acuta, un’infiammazione del pancreas a esordio improvviso che può andare da forme più lievi (risolvibili in pochi giorni) a forme gravi (talora fatali).
Tumore del pancreas: la prevenzione passa (solo) dalla dieta
OBESITÀ E PANCREAS
La notizia giunge da un articolo in via di pubblicazione sulla rivista Current Opinion in Gastroenterology. La ricerca evidenzia come l’obesità e il sovrappeso siano all’origine dell'aumentata incidenza di pancreatiti acute. La condizione si manifesta con un dolore addominale alto violento, a volte associato a nausea e vomito. Lo studio, una metanalisi, dimostra che alla lista delle problematiche favorite dai chili di troppo occorre aggiungere la pancreatite acuta, che ogni anno è la causa di almeno 15.000 ricoveri per problemi gastroenterologici.
L'obesità aumenta il rischio di pancreatite acuta principalmente attraverso la formazione di calcoli biliari e l’aumento del livello dei trigliceridi. «In particolare è l’obesità viscerale, intesa come la quantità di grasso addominale, ad avere il maggior impatto sull'aumento di incidenza delle pancreatiti acute - afferma Patrizia Burra, dirigente medico della divisione di gastroenterologia dell’ospedale di Padova -. Si tratta dell'ultima scoperta riguardante i danni provocati dai chili di troppo al nostro organismo. L'obesità sarebbe responsabile di 40 milioni di decessi annui. L’obesità comporta un aumentato rischio, oltre che di diabete, di sindrome metabolica e steatosi epatica. Obesità e diabete di tipo 2 si associano anche ad un aumentato rischio di tumori. Tra i fattori che contribuiscono allo sviluppo di neoplasie sono stati chiamati in causa: l’iperinsulinemia, l’iperglicemia, la dislipidemia, l’aumentata produzione di adipochine e citochine, oltre che alterazioni del microbiota intestinale».
PANCREATITE ACUTA: COS'E' E COME SI CURA?
ATTENZIONE ANCHE AI CALCOLI DELLA COLECISTI
La ricerca evidenzia anche come l’obesità e il sovrappeso siano all’origine di un’epidemia nascosta ma in rapido aumento: quella dei calcoli della colecisti. Queste formazioni dure simili a sassi, di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, possono causare pancreatite acuta andando ad ostruire i dotti biliopancreatici. «Le diete di tipo occidentale ricche di grassi animali possono predisporre alla formazione di calcoli biliari e di colesterolo», aggiunge Burra. Ma è anche l'aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue a risultare associato tanto all'obesità quanto al rischio di sviluppare una pancreatite. Il meccanismo di insorgenza della malattia, in questo caso, sarebbe da ricercare nella formazione di microtrombi di grasso all’interno dei vasi, che causano piccoli infarti del pancreas.
CONSIGLI PER LA TAVOLA
Sulla base di quanto detto, è facile capire perché la partita della prevenzione si giochi quasi per intero a tavola. Come spiega Antonio Craxì, ordinario di gastroenterologia all'Università di Palermo e presidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (Sige), «un'alimentazione corretta e un uso molto moderato di tutti gli alcolici rappresentano le prime indicazioni utili per ridurre il rischio di avere una pancreatite». Indicazioni che, in realtà, valgono anche per prevenire danni di altra natura: epatica, cardiovascolare e cerebrale. E che, al rientro dalle vacanze, vale sempre la pena di rinverdire. Perché, come ricorda l'esperto, «se durante le ferie l’attività fisica di solito aumenta e quindi consente di bruciare con maggiore efficienza una parte degli eccessi alimentari, il ritorno alla vita quotidiana comporta spesso sedentarietà e quindi una spesa energetica più ridotta». Il pancreas, eventualmente, ringrazierà.
Fonti
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).