Sindrome metabolica: come correggere la dieta e lo stile di vita?
Risponde Annamaria Spada, direttore dell'unità operativa di endocrinologia e malattie metaboliche, ospedale Maggiore Policlinico di Milano
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Un endocrinologo della mia città, a seguito di approfondite analisi, mi ha diagnosticato la sindrome metabolica. In quale modo si può intervenire su questa condizione attraverso la dieta e l'attività fisica?
Fabrizia C., 44 anni (Salerno)
Risponde Annamaria Spada, direttore dell'unità operativa di endocrinologia e malattie metaboliche, ospedale Maggiore Policlinico - Fondazione Ca' Granda di Milano
Nella sindrome metabolica la prima cosa che viene indicata dal medico, molto correttamente, è quello di modificare gli atteggiamenti a tavola e lo stile di vita. Sugli accorgimenti a tavola io ritengo che un paziente con una sindrome metabolica debba fare ricorso a uno specialista e quindi a un dietologo che impieghi le sue capacità nel stilare, soggetto per soggetto, dei programmi alimentari settimanali, in maniera tale che siano accettabili dal paziente ovviamente, quindi non diete estremamente forti e restrittive, e contrattando anche col soggetto e spesso con la moglie, o con la famiglia stessa, quali sono i compromessi sull'alimentazione che si possono fare. L’obiettivo deve essere ragionevole e quindi l'obiettivo potrebbe essere quello della riduzione del 5/10 per cento del proprio peso corporeo in sei mesi. Accanto a questo sicuramente è importante la modificazione degli stili di vita: iniziare a fare attività fisica se non si è mai fatta, partendo da cose semplici che sono quelle della passeggiata a ritmo intenso per 30 minuti, fare due piani di scale a piedi, a non utilizzare l'ascensore. Accanto a questo bisogna anche probabilmente agire su altri meccanismi che possono essere delle situazioni estremamente stressanti. Meccanismi in cui la fame e anche l'alimento vengono usati come supporto psicologico possono invece essere interrotti e sedati in altro modo.