Comode e sostenibili per l’ambiente, le borracce richiedono però alcune accortezze per un uso sicuro per la nostra salute. Scopriamo i consigli dell’esperta
Disponibili in una grande varietà di materiali, dimensioni e colori, sembrano essere ovunque e quasi tutti ne possiedono almeno una: le borracce, infatti, sono diventate un accessorio essenziale nella vita quotidiana di moltissime persone. Oltre ad essere un’abitudine utile ed economica, l’utilizzo delle borracce risponde a una crescente consapevolezza ambientale e alla necessità di ridurre l'uso delle bottiglie di plastica monouso. Anche le borracce, però, tra i tanti vantaggi, possono nascondere dei potenziali rischi per la salute, se non utilizzate correttamente. Per usarle in sicurezza, soprattutto d’estate, scopriamo i consigli della dottoressa Pamela Mancini, Ricercatrice presso il Centro Nazionale Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’ Istituto Superiore di Sanità.
L’IMPORTANZA DELL’IDRATAZIONE
Per rimanere sempre idratati ovunque ci troviamo, specialmente in situazioni in cui fontanelle, bar o supermercati non sono facilmente raggiungibili, o il tempo a nostra disposizione è poco, le borracce sono estremamente utili.
«Mantenere una buona idratazione, indipendentemente dal periodo dell’anno, è essenziale per il benessere e il funzionamento ottimale del nostro corpo», ricorda la dottoressa Mancini. «Bere acqua regolarmente previene la disidratazione e aiuta a mantenere l’equilibrio idrico, cruciale per il trasporto di nutrienti e l’eliminazione delle scorie. Questo è particolarmente importante durante i mesi estivi, quando l'aumento delle temperature e dell'attività all'aperto può portare a una rapida perdita di liquidi attraverso la sudorazione. Un’adeguata idratazione migliora anche le prestazioni fisiche e mentali, mantenendo forza, coordinazione, concentrazione e memoria, oltre a prevenire stanchezza, mal di testa e problemi della pelle come secchezza e irritazioni».
QUALE ACQUA SCEGLIERE
L'utilità della borraccia sta nella possibilità di riempirla ovunque, ma spesso ci si domanda se l'acqua dei rubinetti o delle fontanelle pubbliche sia sicura. Possiamo fidarci? E come dobbiamo comportarci quando siamo in viaggio, magari all’estero?
«Riempire le borracce con acqua del rubinetto rappresenta una scelta altamente pratica e soprattutto sicura grazie ai rigorosi controlli e regolamentazioni», ricorda Pamela Mancini. «Le acque erogate dagli acquedotti, infatti, rispettano di norma tutti i parametri di qualità chimica, fisica, organolettica e microbiologica. L’acqua potabile, pertanto, è insapore, incolore, inodore, priva di particelle sospese, microrganismi o parassiti. È possibile riempire le borracce sia a casa sia fuori casa, ma con alcune precauzioni: occorre identificare fonti di acqua sicura, come fontanelle pubbliche, stazioni di rifornimento di acqua potabile e altri punti di accesso verificati. Per sapere se l'acqua è sicura, si possono consultare le indicazioni delle autorità sanitarie locali o utilizzare app che segnalino fonti di acqua potabile affidabili. Anche in termini di sostenibilità utilizzare le borracce riduce significativamente il consumo di plastica monouso e diminuisce l'impatto ambientale legato alla produzione, al trasporto e allo smaltimento delle bottiglie d'acqua».
LE BORRACCE AL SOLE: I RISCHI
A prescindere dal tipo di borraccia o bottiglia che utilizziamo, che sia di plastica, vetro, acciaio o alluminio, esistono delle accortezze che vanno sempre seguite per consumare l’acqua in sicurezza. Il primo consiglio utile è quello di non lasciare mai l’acqua sotto al sole o, in generale, in luoghi ad alte temperature come può essere l’abitacolo dell’auto, specialmente in estate.
«Un gruppo di studiosi ha analizzato l’effetto dell’esposizione alla luce solare sulle bottiglie di plastica per un periodo prolungato, dimostrando il deterioramento della qualità dell'acqua, rivelando che la composizione chimica della plastica, metalli pesanti perlopiù, era penetrata nell'acqua della bottiglia esposta. Inoltre, hanno notato che la lisciviazione dei contaminanti nell'acqua dipendeva dalla durata dell'esposizione alla luce solare. Lasciare la borraccia esposta a temperature elevate può favorire inoltre la crescita di microrganismi come batteri, funghi e alghe, soprattutto se l'acqua rimane stagnante per lunghi periodi. Il calore accelera la proliferazione microbica e può causare il deterioramento del gusto e dell'odore dell'acqua, rendendola sgradevole e potenzialmente dannosa. È importante chiarire che i microrganismi che possono proliferare all’interno di borracce o bottiglie non sono dovuti a una scarsa qualità dell’acqua, ma al fatto che i vari contenitori sono soggetti a contaminazioni. Possiamo essere noi stessi, o le persone a cui offriamo l’acqua, a contaminarla con microrganismi, anche solo poggiando le labbra al collo della borraccia. Anche le spore fungine, che circolano nell'aria, possono finire all'interno della nostra bottiglietta».
COME TENERE LA BORRACCIA PULITA
Le contaminazioni possono avvenire e non devono spaventare, a patto che le borracce siano lavate correttamente e frequentemente, e l’acqua cambiata spesso. Ecco i consigli della dottoressa Mancini per avere sempre borracce pulite e sicure.
- Cambiare spesso l’acqua, almeno ogni 4-5 ore, soprattutto se le temperature sono elevate
- Evitare di riempire la borraccia per utilizzarla oltre le 24 ore
- Pulire la borraccia con due o tre lavaggi prima di riempirla
- Porre particolare attenzione alle modalità d’uso promiscuo delle borracce
- Lavare la borraccia preferibilmente una volta al giorno con acqua calda e sapone per piatti, servendosi di uno scovolino di plastica, per poi risciacquare bene con acqua fresca corrente
- Se non ci sono controindicazioni specifiche, è preferibile lavare la borraccia in lavastoviglie
- Lavare periodicamente, non oltre una settimana, i tappi e le relative guarnizioni con il normale detersivo per i piatti e sciacquarli con acqua fresca corrente. Se non ci sono controindicazioni specifiche, è preferibile lavare tali accessori in lavastoviglie
- Ricordare che i tappi e le guarnizioni sono le parti più a contatto con il collo della borraccia ove poggiamo le labbra durante l’uso e frequentemente vengono anche a contatto con le mani. Pertanto, una mancata o scarsa pulizia di questi accessori potrebbe contaminare una borraccia perfettamente pulita e rendere non igienico il suo contenuto.
COME TOGLIERE GLI ODORI
Alle volte le nostre borracce potrebbero essere utilizzate per contenere non solo acqua, ma anche liquidi zuccherini come cole, te o succhi di frutta. Come eliminare gli odori?
«Per eliminare gli odori, specialmente dalla plastica, basta riempire la borraccia di acqua calda, fatta precedentemente bollire, aggiungendo un cucchiaio di bicarbonato o aceto e lasciando agire per qualche ora, preferibilmente tutta la notte. Dopo aver sciacquato con acqua fresca e corrette la borraccia sarà di nuovo pulita e inodore. La presenza di cattivi odori o sapori sgradevoli, così come l'eventuale presenza di biofilm o macchie scure, verdi, gialle o marroni, può essere indice di formazioni funginee a cui prestare molta attenzione. Quando notiamo queste caratteristiche bevendo, o osservando la nostra borraccia, occorre effettuare una pulizia approfondita».
QUALI MATERIALI SCEGLIERE
Le borracce possono essere fatte di molteplici materiali. Ecco le tipologie più diffuse:
- borracce in plastica: tra le plastiche più utilizzate abbiamo il TRITAN (polimero ecologico), il polipropilene, il polietilene e il PET (Polietilene tereftalato), plastiche in cui il rischio di migrazione di sostanze potenzialmente pericolose è minimo;
- borracce in acciaio inossidabile: sono adatte anche a liquidi acidi e caldi perché non ne vengono corrose e non necessitano quindi di alcun rivestimento interno;
- borracce in alluminio: necessitano di un rivestimento interno per isolare il metallo dal contatto con la bevanda, ma sono sicure, resistenti all’usura e preservano le caratteristiche organolettiche dell’acqua;
- borracce in vetro: è il materiale più inerte dal punto di vista chimico, ma è anche il più fragile.
«Tutte queste tipologie possono essere tranquillamente utilizzate, anche se quelle in acciaio e vetro sarebbero da preferire. L'acciaio inossidabile è resistente, facile da pulire, non altera il sapore dell'acqua e non rilascia sostanze chimiche, inoltre non ha “effetto memoria”, cioè non conserva odori e sapori dei liquidi contenuti precedentemente. Inoltre, alcuni modelli di borracce in acciaio inossidabile sono dotati di isolamento termico, che aiuta a mantenere l'acqua fresca più a lungo. Le borracce in vetro sono altrettanto sicure dal punto di vista chimico, anche se più fragili. Se si opta per una borraccia di plastica, invece, per evitare l’esposizione a plastificanti come il Bisfenolo A (BPA), sarebbe importante controllare che sul contenitore sia segnalata la dicitura BPA free».
BORRACCE CON FILTRO: UTILI O NO?
Le borracce, ma specialmente le brocche con filtro, sono sempre più popolari, vendute con la promessa di migliorare la qualità dell'acqua potabile. È davvero così?
«In Italia la qualità dell'acqua potabile erogata dagli acquedotti è talmente buona che le brocche o le borracce con il filtro servono più che altro per migliorare le proprietà organolettiche, quindi sapore e odore, che sono comunque soggettivi. Pur essendo conformi agli standard di qualità e sicurezza, infatti, alcune acque potrebbero presentare un retrogusto o un odore particolari a causa della presenza di una determinata composizione minerale o di disinfettanti come il cloro. Le borracce con filtro possono essere utili per quando si viaggia, specialmente in paesi o regioni dove la qualità dell'acqua potabile può variare, offrendo una maggiore sicurezza e riducendo il rischio di contrarre malattie legate all'acqua. Attenzione però perché se la manutenzione dei filtri e dei contenitori è trascurata, o non eseguita secondo quanto indicato dalle istruzioni del prodotto, possono insorgere rischi».
Fonti
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile