L'acqua erogata dai distributori pubblici presenti in tante città è sicura? I consigli utili
Ho quasi sempre bevuto acqua del rubinetto, ritenendola comunque una buona acqua sia dal punto di vista delle qualità organolettiche che dal punto di vista economico. Ho letto il vostro articolo sul sito della fondazione ed effettivamente conferma quanto io pensavo e credevo. Nel mio Comune è stato montato un distributore di acqua. Mi è sorta la curiosità di sapere cosa ci fosse di diverso tra questo tipo di acqua e quella di rubinetto, e alla mia mail è stato risposto che: "Generalmente, le nostre case dell’acqua apportano migliorie in quanto l’acqua viene trattata con filtri a 0,5 micron, rimuovendo meccanicamente sostanze in sospensione maggiori di 0,5 µm, cloro e derivati, composti organo alogenati, sostanze organiche e composti di metalli. Diciamo che è un tipo di filtrazione "aggiuntiva" che migliora la qualità dell' acqua." La mia domanda pertanto è: ma non è già controllata e filtrata e assolutamente potabile l'acqua del rubinetto? I "composti organo alogenati" sono i pesticidi, ad esempio...possibile siano prese nelle acque del rubinetto?
Grazie per le cortesi delucidazioni in merito. Cordiali saluti,
DV
(domanda pervenuta sui canali social di Fondazione Veronesi)
Risponde Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Veronesi
In generale è possibile che anche nelle acque potabili vi siano tracce di composti organo alogenati, più che altro per depositi nelle falde di residui industriali (solventi) o di trattamenti di disinfezione (cloro e derivati). Se presenti sono comunque in quantità al di sotto dei parametri di sicurezza.
Le casette dell’acqua apportano il vantaggio di non preoccuparsi di verificare lo stato delle tubature condominiali, che, se vecchie, possono rilasciare metalli e altre sostanze nel tratto non controllato dalle analisi ufficiali. In più forniscono gratuitamente o a costo molto basso anche acqua frizzante.
Un elemento che merita attenzione è l’utilizzo di contenitori non sterili che, in caso di scorte che non vengono consumate in breve tempo, potrebbero aumentare il rischio di contaminazione.
A questo proposito, solitamente sono gli stessi Comuni a fornire indicazioni utili ai consumatori che vogliano utilizzare le casette dell'acqua, come l'uso di contenitori nuovi, preferibilmente in vetro o altrimenti in plastica per alimenti; il controllo della pulizia di contenitori e tappi ; l'uso di recipienti con capacità non superiore ai due litri (evitando bidoni e taniche grandi), la conservazione in luoghi freschi, al riparo da luce e calore, il consumo entro pochi giorni dal prelievo.