Quelle al finocchio, usate per le coliche dei piccoli, contengono l’estragolo, sostanza potenzialmente tossica. Lo afferma una ricerca dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione
La bevanda migliore per i bebè resta il latte, meglio se materno. Le altre soluzioni vanno evitate o adottate con cautela, anche quelle più tradizionali, come le tisane al finocchio, spesso utilizzate come rimedio alle coliche dei neonati e per favorire la produzione di latte della mamma. La raccomandazione arriva dall’INRAN , l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, che ha studiato un componente presente nei semi di finocchio, l’estragolo, da tempo riconosciuto come sostanza tossica.
ESTRAGOLO SORVEGLIATO SPECIALE
L’estragolo è un composto organico naturale, presente negli olii essenziali di anice, finocchio, basilico, dragoncello, molto profumato e perciò usato nell’industria cosmetica e alimentare. Già nel 2001 l’EMEA, l’Agenzia europea del farmaco, aveva classificato l’estragolo come sostanza cancerogena e genotossica (in grado cioè di legarsi al DNA e di alterarlo), tanto da bandirne l’aggiunta come additivo alimentare. Ora gli esperti dell’INRAN hanno cercato per la prima volta di misurare la concentrazione di estragolo nelle tisane disponibili sul mercato e di valutare la possibile esposizione per i consumatori.
TEST SU TISANE ITALIANE
Sono state esaminate bustine da tè, tisane solubili istantanee e semi sfusi. Per quanto riguarda le prime due sono stati raccolti i prodotti più diffusi sul mercato nazionale, 9 per le bustine da tè e 7 per le tisane istantanee. Il campione di semi sfusi, invece, è stato più limitato, poiché proveniente da 6 erboristerie romane. Sono poi stati valutati due scenari di consumo: per i neonati, un biberon da 100 ml, per gli adulti, tre tazze al giorno, con un tempo standard di infusione.
ANCHE UN BIBERON È TROPPO
Come pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology, i livelli di estragolo rilevati dalle analisi sono risultati troppo alti per poter considerare sicuro il consumo di tisane, per lo meno nel caso dei neonati, come spiega Antonio Raffo, ricercatore INRAN e autore della ricerca: «Per avere un rischio basso l’esposizione dovrebbe essere 10mila volte inferiore alla soglia di cancerogenicità misurata negli animali di laboratorio. Al contrario, nel caso di un neonato che consumi 100 ml (un piccolo biberon) di tisana di finocchio al giorno, abbiamo riscontrato un margine molto più basso, fino a 150-200 volte. Questi risultati confermano dunque le recenti indicazioni in materia dell’EMEA, secondo la quale il consumo di tisane al finocchio non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 4 anni, a meno di una specifica indicazione del pediatra, così come non è raccomandato nel caso di donne in gravidanza e durante l’allattamento».
LATTE MATERNO
Inoltre, Catherine Leclercq, responsabile scientifico per l’INRAN del progetto Facet (uno studio europeo sul rischio di esposizione alle sostanze chimiche negli alimenti), ricorda: «Da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuove l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi e quindi consiglia di non somministrare né acqua né tisane ai neonati. Il rischio legato all’estragolo presente nelle tisane di finocchio è un motivo in più per attenersi a queste indicazioni. Occorre aumentare la consapevolezza di tutti circa la tossicità dell’estragolo».
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.