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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 14-11-2013

Il diabete giovanile è sempre più diffuso



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Il disturbo, di natura metabolica, insorge sempre più precocemente a causa di errati stili di vita e comportamenti alimentari poco equilibrati. In attesa dei farmaci, l’unico rimedio è la prevenzione

Il diabete giovanile è sempre più diffuso

Se ne parla ancora poco, ma il problema è ben più esteso di quanto si pensi. Il diabete di tipo II, ovvero la forma metabolica della malattia, si sta allargando a macchia d’olio anche tra i giovani, con un età di insorgenza decisamente più bassa rispetto al passato. Al punto che gli stessi specialisti, non avendo ancora ben delineato l’emergenza, tendono spesso a non diagnosticare la malattia o a confonderla con quella di tipo autoimmune.

DIABETE PRECOCE 

Quella che era una sensazione diffusa e provocata dall’aumento di casi di sovrappeso e obesità giovanile è divenuta una triste realtà, almeno negli Stati Uniti. Da uno studio appena pubblicato sull’American journal of Epidemiology, infatti, è emerso che circa la metà dei casi di diabete mellito tra gli adolescenti nordamericani sono del tipo 2, uno terzo dei quali non diagnosticati. «Il diabete mellito di tipo 2 a esordio precoce è una malattia preoccupante sia per la difficoltà di ottenere un buon controllo metabolico, sia per la maggiore aggressività rispetto alla forma tardiva - spiega Ryan Demmer, dipartimento di epidemiologia della Columbia University -. La frequenza è in aumento tra gli adolescenti per l'attuale epidemia di obesità, anche se le stime dell’incremento sono scarse data la bassa prevalenza del diabete infantile, al di sotto dell’uno per cento». Ciò che è già realtà Oltreoceano potrebbe presto diventarlo anche in Europa, nonostante un regime alimentare, nella maggior parte dei casi, leggermente più equilibrato. 


COME INTERVENIRE?

Se per il diabete di tipo I esistono ormai efficaci contromisure terapeutiche, per la forma metabolica giovanile non esiste alternativa alla prevenzione. «Gli errati stili di vita sono alla base di questo aumento dei casi di malattia nei ragazzi - afferma Angelo Avogaro, direttore del dipartimento di malattie del metabolismo all’Università di Padova -. Il 13% dei bambini italiani è obeso e molti genitori non “vedono” questa condizione dei loro figli. Correggere la dieta e aumentare l’attività fisica: sono questi i primi passi da compiere. Se non si interviene in tempo, si rischia di compromettere la salute di questi giovani. I farmaci che oggi utilizziamo per la cura del diabete, infatti, sono stati testati esclusivamente sulla popolazione adulta. Non c’è un rimedio terapeutico efficace e sicuro per curare il diabete di tipo II nei ragazzi».


LE CONSEGUENZE 

Nei giovani il diabete di tipo II può essere più pericoloso e addirittura letale della forma autoimmune. Il dato è emerso da una ricerca appena pubblicata su Diabetes Care. Mettendo a confronto i dati raccolti da due coorti - la prima di pazienti affetti da diabete di tipo 1 e la seconda da pazienti colpiti precocemente dalla malattia metabolica – per oltre vent’anni, il team di studiosi australiani ha notato un più alto tasso di mortalità nei pazienti affetti da diabete di tipo II, con decessi verificatisi dopo una durata di malattia più breve e in età più giovane. Un aspetto legato alle peggiori conseguenze cardiovascolari occorse nei pazienti del secondo gruppo, di età compresa tra 15 e 30 anni.

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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