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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 09-12-2014

Consumo di antibiotici e asma: il legame che non c’è



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Uno studio svedese, il più ampio mai realizzato, smentisce l’ipotesi che questi farmaci possano causare il disturbo respiratorio

Consumo di antibiotici e asma: il legame che non c’è

Lo studio successivo smentisce il precedente. E’ il caso del legame tra antibiotici e asma. Secondo un'analisi da poco pubblicata dalla prestigiosa rivista British Medical Journal l’esposizione a questi farmaci in gravidanza e nei primissimi mesi di vita non aumenta la possibilità di sviluppare il disturbo respiratorio. Un dato in controtendenza, forse definitivo, rispetto a quanto diverse ricerche avevano suggerito.

 

LA MALATTIA

L'asma è una patologia che causa l'infiammazione delle vie aeree. È la patologia a lungo termine più diffusa tra i bambini. Diversi sono gli studi volti a chiarire l’origine della malattia. Pur essendo causata da un mix di fattori sul banco degli imputati sono saliti gli antibiotici. Queste molecole vengono utilizzate nei bambini nel primo anno di vita soprattutto per curare infezioni delle vie aeree e delle orecchie. Già in passato diversi studi avevano sottolineato la presenza di un legame tra la somministrazione di antibiotici nella prima infanzia e sviluppo di asma negli anni successivi con risultati però di non univoca interpretazione.

 

LO STUDIO

A chiarire forse definitivamente il non fondamento del presunto legame ci ha pensato uno studio svedese, il più ampio mai realizzato, che ha seguito quasi 500 mila bambini e oltre 180 mila loro fratelli. Di questi il 20% è stato sottoposto ad antibiotico-terapia già in utero e, nel 60% dei casi, in tenera età. Dalle analisi è emerso che il 6% dei bambini ha sviluppato l’asma. Un dato che, a prima vista, potrebbe portare a pensare che siano gli antibiotici a scatenare la malattia. Analizzando invece a fondo i dati relativi ai fratelli, che non avevano preso antibiotici, è emerso che la probabilità di sviluppare il disturbo era pari a quella di chi era stato trattato con i farmaci.

Come spiega la professoressa Anne Ortqvist del Karolinska Institute di Stoccolma, principale autrice dello studio, «l’asma è in realtà una malattia multifattoriale. Precedenti studi che hanno associato l’utilizzo di antibiotici ad un aumentato rischio di sviluppare asma soffrono di un vizio di forma. Fattori genetici e fattori ambientali condivisi, come il caso dei fratelli, possono giocare un ruolo importante». Attenzione però a non sottovalutare la potenziale pericolosità dell’uso indiscriminato degli antibiotici: «queste molecole –spiega Catarina Almqvist Malmros, altra autrice dello studio- vanno utilizzate con molta attenzione antibiotici se si considera la crescente selezione di ceppi batterici resistenti. Ecco perché è fondamentale diagnosticare correttamente una semplice infezione respiratorio dall’asma».

 

APPROFONDIMENTO: La dieta mediterranea è la vera ricetta anti-asma

 

IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE

Tra i diversi fattori che possono influenzare l’asma sembrerebbe esserci il cibo. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura, vitamine e antiossidanti può contribuire a controllare  sintomi degli “attacchi d’asma” (respiro faticoso e sibilante, senso di oppressione toracica e tosse). Quello fra asma e nutrizione è un legame ancora in gran parte da esplorare, ma sempre più dati scientifici sembrano indicare che una dieta equilibrata e «mediterranea» gioca un ruolo protettivo, mentre sovrappeso, grassi animali e sedentarietà aggravano le difficoltà respiratorie dei piccoli asmatici.


@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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