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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-06-2014

Tumore del polmone: la diagnosi in un soffio



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Messo a punto un apparato elettronico in grado di riconoscere le sostanze volatili emesse dal respiro. La tecnica, presentata al congresso dell'American Society of Clinical Oncology, potrebbe rivoluzionare gli screening

Tumore del polmone: la diagnosi in un soffio


Un semplice e rapido soffio. Qualche minuto per l'analisi e il gioco è fatto. In pochi istanti l'indicazione della presenza o meno di cellule tumorali. Un approccio che potrebbe rivoluzionare la diagnosi e la storia del tumore al polmone. E' quanto emerge dal congresso ASCO di Chicago, l'appuntamento che riunisce i maggiori esperti al mondo in campo oncologico. Una strategia, non ancora definitivamente validata, a cui stanno lavorando ricercatori dell'università del Colorado. Secondo i dati preliminari esposti al convegno statunitense, la tecnica potrebbe essere in grado di distinguere anche lo stadio di sviluppo della malattia. Dati importanti che, uniti ai progressi in campo farmacologico, cominciano a fare ben sperare nella lotta alla malattia.Un vecchio farmaco protegge le donne operate al seno dalla menopausa precoce.

 

DIAGNOSI PRECOCE

Nel 2013 nel nostro Paese si sono registrate 38 mila nuove diagnosi, di cui circa il 30% nelle donne, e il fumo resta il principale fattore di rischio per questa neoplasia. Fare diagnosi precoce è fondamentale: prima si scopre il tumore e maggiori solo le possibilità di guarigione (leggi l’intervista all’esperto). Purtroppo, per il cancro del polmone, è veramente difficile. Da tempo sono allo studio numerose metodiche di laboratorio combinate. Un esempio è la TAC spirale, un esame che unito alla ricerca di biomarker nel sangue è in grado di scovare la presenza della malattia. Accanto a questo approccio ancora del tutto sperimentale si sta timidamente affacciando la tecnica sviluppata dai ricercatori statunitensi.

 

COME FUNZIONA?

Tecnicamente l'approccio utilizzato è quello del naso elettronico (scopri il progetto sostenuto da Fondazione Veronesi), un dispositivo in grado di riconoscere e analizzare le sostanze volatili. Modelli simili sono utilizzati ad oggi in campo alimentare e nella sicurezza per il monitoraggio delle fughe di gas. L'apparato sviluppato dai ricercatori del Colorado prevede il riconoscimento delle sostanze volatili emesse con il respiro. Come spiega Fred Hirsch, coordinatore della ricerca, «il metabolismo dei pazienti con tumore al polmone è diverso da quello delle persone sane: queste differenze possono caratterizzare il respiro, svelando lo stato di salute dei soggetti analizzati».

 

PROSPETTIVE

Secondo gli autori dello studio l'obiettivo della metodica è di  mettere a punto uno strumento non invasivo, semplice rapido ed economico per identificare la malattia in fase precoce. Forti le parole dell'autore: «Si potrebbe completamente rivoluzionare lo screening per il tumore del polmone».

 

FARMACI INNOVATIVI

Ma le novità non finiscono qui. Dal congresso statunitense emergono nuove interessanti prospettive anche dal punto di vista terapeutico. Solo fino a 15 anni fa si avevano a disposizione pochissime armi. Oggi le opzioni terapeutiche sono sempre più importanti e innovative: una di esse è la molecola afatinib. Dalle analisi presentate a Chicago, che hanno combinato i dati di due studi di Fase III, emerge che il trattamento con tale molecola come prima opzione è in grado di ridurre il rischio di mortalità del 19 per cento in pazienti colpiti da carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazioni comuni del recettore del fattore EGFR (la mutazione più comune tra i malati di tumore al polmone). Una diminuzione più marcata, pari al 41 per cento, è stata rilevata inoltre nei pazienti con la mutazione più comune di EGFR. Risultati sperimentali che fanno davvero ben sperare.


@danielebanfi83

 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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