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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-12-2011

Pillole di note contro l'ansia



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Ascoltare musica può ridurre l'ansia e il dolore, soprattutto nei malati oncologici. La conclusione è frutto di una raccolta di 30 studi. E a beneficiarne non è solo l'umore ma anche il cuore

Pillole di note contro l'ansia

Ridurre l'ansia, il dolore e migliorare l'umore nel malato oncologico è possibile. Una via potrebbe essere la musica. Ad affermarlo è uno studio-revisione del centro Cochrane (istituzione internazionale no-profit nata con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative all'efficacia degli interventi sanitari), coordinato dal dottor Joke Bradt, capo ricercatore del Dipartimento di terapia con arti creative dell'Università di Philadelphia. L'analisi raccoglie 30 studi clinici nei quali, a circa 1.900 pazienti con diversi tipi di tumore, è stata fatta ascoltare musica o sono state offerte sessioni di musico-terapia.

RISULTATI- Il tipo di musica fatta ascoltare così come la lunghezza delle sessioni è stato molto variabile da studio a studio: in 17 casi si è ricorso all'ascolto di musica preregistrata, mentre in 13 trials sono stati utilizzati terapisti esperti che coinvolgevano attivamente il paziente. I risultati nel complesso indicano che, rispetto ai trattamenti standard, la musica riduce considerevolmente l'ansia sulle scale cliniche: più precisamente di 11,20 unità della scala Stai-S e di 0,61 unità standardizzate di altre scale di misura dell'ansia. Come dichiarà però l'autore della revisione, alcuni risultati derivano da un numero molto limitato di soggetti trattati e non possono dunque essere considerati definitivi.

NON ANCORA SCIENZA- Detto ciò, pur non essendo ancora riconosciuta come scienza ufficiale, la musicoterapia viene definita come una modalità d’approccio sensoriale che utilizza l’elemento sonoro con finalità terapeutiche e preventive per intervenire su un certo numero di disagi fisici, psicologici e psicopatologici. Un percorso attraverso il quale con l’assistenza di un musicoterapeuta, una persona o gruppo di persone, grazie alla stimolazione delle sue capacità creative, può raggiungere un miglioramento del proprio benessere, superando difficoltà e disagio nella comunicazione con altri, nella gestualità del corpo.

BUONA ANCHE PER IL CUORE- Oltre ad essere associata ad un miglioramento degli stati d'ansia e di dolore, soprattutto nei pazienti oncologici, la musica sembrerebbe aver effetto anche sul sistema cardiovascolare. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Francoforte ha evidenziato che un semplice motivetto canticchiato ogni mattina in auto mentre si va in ufficio è un antistress naturale. Aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e il battito cardiaco, con risultati assimilabili, in qualche modo, a quelli di un’attività fisica moderata ma continua.

...E PER IL CERVELLO- Ma le novità non finiscono al cuore. Al National University hospital di Reykjavík (Islanda),un gruppo di pazienti ha seguito per un mese e mezzo una terapia musicale con istruttori qualificati: gli esperti suonavano la chitarra e invitavano i malati a imitarli con altri strumenti e a cantare semplici melodie, che avevano scelto loro stessi. Tutto questo ha permesso di abbassare l’aggressività, l’ansia e l’irritabilità, rispetto ai pazienti che non avevano seguito lo stesso metodo.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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