Secondo due studi europei apparsi su Lancet, l’inquinamento atmosferico contribuisce all’incidenza dei tumori al polmone e aumenta ricoveri e decessi per chi soffre di scompenso cardiaco
Sulla capacità di nuocere delle migliaia di sostanze che compongono lo smog c’erano pochi dubbi. Ora due ampi studi pubblicati sulla rivista The Lancet il 10 luglio gettano nuova luce sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute delle persone.
Due le conclusioni: l’inquinamento contribuisce all’incidenza del tumore al polmone in Europa e all’aggravarsi delle condizioni di chi soffre di scompenso cardiaco.
TUMORI DEL POLMONE
Il primo studio, sostenuto dalla Commissione Europea, ha cercato le prove di ciò che finora è stato un sospetto: l’inquinamento dell’aria provoca il cancro al polmone. Sono stati esaminati i dati di 17 studi in 9 paesi europei che hanno coinvolto circa 313.000 persone per una media di quasi 13 anni. Fra loro anche gli abitanti di Roma e Torino. E’ emersa una relazione significativa fra PM10 (particolato fine con un diametro inferiore ai 10 micron) e tumore al polmone, con un aumento dei rischio pari al 22% per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo.
Per il PM2,5, polveri più fini e in grado di penetrare più profondamente nell’apparato respiratorio, si registra un aumento del 18% per ogni aumento di 5 microgrammi per metro cubo. Gli stessi incrementi di PM10 e PM2,5 sono associati a un aumento di rischio di adenocarcinoma del polmone di oltre il 50%. Meno pesante l'impatto del traffico stradale: un aumento di 4.000 veicoli/km al giorno in un raggio di 100 metri dalla residenza è associato a un aumento dello 0,9% del rischio di cancro al polmone.
I ricercatori hanno corretto i dati per eliminare possibili interferenze, come l’esposizione al fumo di sigaretta e a inquinanti sul lavoro, o la dieta. E' importante sottolineare che l'effetto cancerogeno si rileva anche al di sotto dei limiti attualmente imposti dall’Unione Europea (40 ?g/m 3 per il PM10 e 25 ?g/m 3 per il PM2,5). All'indagine hanno partecipato ricercatori dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, l'Università di Torino, l'Arpa dell'Emilia Romagna e l'Asl Roma E.
IL FUMO FA PIU' DANNI DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO?
IL FUMO RESTA IL NEMICO NUMERO 1 DEL POLMONE
«Si stanno accumulando le prove di un legame fra inquinamento dell’aria e tumore del polmone», scrivono i commentatori su Lancet Oncology. «Anche se il rischio di cancro associato allo smog è molto ridotto rispetto a quello associato al fumo di sigaretta, tutti siamo esposti all’inquinamento». E concludono: «Ad esempio, l’OMS ha stimato che nel 2004 il fumo ha causato 5,1 milioni di morti e il 71% dei tumori del polmone nel mondo, mentre l’inquinamento atmosferico ha causato 1,2 milioni di morti e l’8% dei tumori polmonari».
SCOMPENSO CARDIACO
Il secondo studio apparso su The Lancet si è invece concentrato sugli effetti dello smog a carico del cuore, e in particolare sullo scompenso cardiaco, la condizione, detta anche insufficienza cardiaca, per cui il cuore non riesce più a pompare la quantità di sangue necessaria all’organismo. Per chi ne soffre, hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Edimburgo, aumenta il rischio di essere ricoverati in ospedale o addirittura di morire: del 3,52% se il monossido di carbonio aumenta di una parte per milione, del 2,36% se il biossido di zolfo aumenta di dieci parti per miliardo, dell’1,7% se il biossido di azoto aumenta di dieci parti per miliardo, del 2,12% per ogni incremento di 10 ?g/m3 di PM2,5 e dell’1,36% per uno stesso aumento di PM10. L’effetto è immediato, e si manifesta anche il giorno stesso in cui aumenta l’esposizione agli inquinanti. Gli autori hanno stimato che se negli Stati Uniti si riducessero le polveri sottili (PM2,5) di 3,9 g/m3, si conterebbero quasi ottomila ricoveri in meno per disturbi cardiaci e si risparmierebbero circa 333 milioni di dollari l’anno. Già alcuni mesi fa, sempre su The Lancet, l’inquinamento atmosferico aveva raggiunto la top ten dei rischi per la salute in Europa occidentale (2010 Global Burden of Disease), dopo fattori come fumo, alcol, sedentarietà e dieta scorretta.
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.