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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 21-08-2023

L'effetto della prima ondata Covid-19 sulle diagnosi di tumore



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Negli Stati Uniti nei mesi di maggiore crisi le diagnosi sono crollate del 50%. Ma ora, anche in Italia, il tempo è stato recuperato

L'effetto della prima ondata Covid-19 sulle diagnosi di tumore

Diagnosi dimezzate. I dati, seppur relativi alla realtà degli Stati Uniti, certificano ancora una volta l'effetto della pandemia sulle nuove diagnosi di tumore: durante la prima ondata dell'aprile 2020 i casi di cancro diagnosticati -specialmente quelli in fase precoce- sono crollati del 50%, segno di un sistema sanitario al collasso per la lotta a Covid-19. Ad affermarlo è uno studio pubblicato The Lancet Oncology.

DIAGNOSI DIMEZZATE

Lo studio, realizzato grazie ai dati del registro nazionale tra il 2018 e il 2020, ha confrontato il numero di nuove diagnosi nel tempo. Dalle analisi è emerso che mentre nel 2018 e nel 2019 il numero di nuovi casi di cancro era superiore ad 800mila, nel 2020 sono risultati inferiori di oltre 100mila unità. Ma mentre sul finire dell'anno, lentamente, i nuovi casi sono tornati a risalire, nel mese di aprile (periodo acuto della prima ondata negli USA) la diminuzione è stata addirittura del 50%. Un calo particolarmente marcato per quanto riguarda i tumori in fase I, quelli più facilmente curabili.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

I DATI ITALIANI

Quanto emerso dallo studio statunitense trova riscontro nei dati italiani. Nel complesso, nel nostro Paese, la pandemia ha causato nel 2020, un calo delle nuove diagnosi, in parte legato all’interruzione degli screening oncologici, in parte al rallentamento delle attività diagnostiche. Per molte sedi tumorali questi rallentamenti/interruzioni di attività hanno causato uno shift da forme precoci verso forme più avanzate, anche se con una forte variabilità geografica, correlata alla diversa attitudine alla partecipazione ai programmi di screening e alla capacità di “recupero” del sistema sanitario.

LA RIPRESA

Particolarmente interessante è stata l'indagine del Gruppo Italiano di Patologia Mammaria (GIPAM) e del Gruppo di Studio di Patologia dell’Apparato Digerente (GIPAD) della Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia (SIAPeC), relativamente all’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 sui trattamenti chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto: i risultati hanno fatto emergere, in generale e per entrambi i tumori, un aumento dei casi operati nel 2021 rispetto al 2020 e un aumento della percentuale dei tumori pTis (quelli nella fase precoce) nel 2021 rispetto agli anni precedenti, sia nella mammella che nel colon retto, a conferma di una ripresa dell’attività di screening oncologici. E' stato inoltre segnalato un aumento in entrambi i tumori delle categorie N0 e N1a, verosimile indicatore di una presa in carico più precoce dei tumori diagnosticati. Dati che indicano un graduale ritorno alla normalità.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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