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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 18-11-2022

La resistenza agli antibiotici e i malati di tumore



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Dal 18 al 24 novembre è la Settimana per la sensibilizzazione sull'antibioticoresistenza. I pazienti oncologici sono fra i più esposti. Le strategie necessarie

La resistenza agli antibiotici e i malati di tumore

Sono circa 33.000 ogni anno le vittime dell’antibioticoresistenza in Europa. Sono persone che muoiono a causa di infezioni provocate da patogeni che hanno sviluppato la capacità di resistere ai farmaci antimicrobici, a causa di batteri o funghi su cui gli antibiotici che conosciamo e siamo abituati ad usare non funzionano più.

 

ANTIBIOTICORESISTENZA: UN'EMERGENZA GLOBALE

Da tempo le autorità sanitarie in tutto il mondo lanciano l’allarme: il fenomeno della resistenza agli antibiotici, se è un processo selettivo naturale di adattamento, dall’altro si sta manifestando con un’accelerazione preoccupante, causata da vari fattori fra cui un uso eccessivo e improprio di questi farmaci, non solo in medicina ma anche negli allevamenti.

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LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA

In Europa l’impatto delle infezioni resistenti, dice il Ministero della Salute, «è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’AIDS messi insieme». In Italia si contano circa 200.000 casi l’anno e 15.000 decessi, una quota spaventosamente alta (la metà) delle vittime europee. Secondo l’Organizzazione mondiale della salute (OMS), se non si corre ai ripari nel 2050 le infezioni resistenti potranno essere la prima causa di morte nel mondo. L’avvento dei farmaci antimicrobici, a partire dalla penicillina che Alexander Fleming scoprì nel 1928, ha permesso un secolo di progressi nella qualità e nella durata della vita degli abitanti di questo pianeta, abbattendo la mortalità per infezioni diffuse, consentendo di operare, somministrare chemioterapia, far nascere bambini, superare polmoniti, bronchiti o ferite accidentali. Oggi questo ombrello protettivo inizia a mostrare falle importanti, in varie aree del mondo si diffondono infezioni resistenti, mentre la ricerca su nuovi medicinali langue.

 

L'IMPATTO PER I MALATI DI TUMORE

Il 18 novembre è stata dichiarata la Giornata per l’uso consapevole degli antibiotici, e la settimana dal 18 al 24 novembre è dedicata alla sensibilizzazione sul tema. Molte le riflessioni, comprese quelle sui malati di tumore, per i quali la possibilità di contare su antibiotici disponibili ed efficaci è cruciale nel percorso di cura e per la qualità della vita. FAVO, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, ha diffuso un comunicato per sottolineare la fragilità dei malati di cancro: «Dopo la progressione della malattia tumorale e le sue ricadute sulla funzionalità degli organi, le infezioni, insieme ai fenomeni tromboembolici, rappresentano una delle principali cause di morte tra i pazienti oncologici» ha dichiarato Paola Varese, oncologa, direttrice della struttura di Medicina e indirizzo oncologico di Ovada (Alessandria) e presidente del Comitato Scientifico di FAVO.

 

QUALI SONO I PAZIENTI PIÙ ESPOSTI?

Particolarmente esposte le persone che hanno avuto un tumore del sangue e del sistema linfatico, che hanno ricevuto trattamenti intensivi, magari con lunghe ospedalizzazioni. Un elemento di rischio aggiuntivo, infatti, sono i periodi di ricovero in ospedali e strutture sanitare, a causa delle infezioni nosocomiali. Inoltre la malattia tumorale e le terapie antitumorali (chemioterapia, trapianti, anticorpi monoclonali e anche le nuovissime CAR-T) spesso indeboliscono le difese immunitarie dei pazienti. Il rischio di infezioni però, ricordano gli esperti, si manifesta anche nei pazienti con tumori solidi, ad esempio per complicazioni respiratorie, oppure ulcere e lesioni della cute e delle mucose.

 

QUALI SONO I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO?

Interventi e procedure mediche, così come i ricoveri, se da un lato permettono di curare il tumore dall’altro sono occasioni di potenziali infezioni. Gli esperti FAVO ricordano fra gli altri:

  • gli interventi chirurgici
  • la radioterapia e la chemioterapia, che da sole o in combinazione, indeboliscono a lungo il sistema immunitario
  • i trapianti di cellule staminali emopoietiche, che sono preceduti da cicli di chemioterapia ad alte dosi indispensabile per la riuscita contro la malattia, ma che riducono al lumicino le difese immunitarie
  • l’uso di dispositivi impiantabili: PORT, PICC, drenaggi, stent, cateteri venosi centrali, pompe sottocutanee infusionali e cateteri vescicali i più diffusi. «Il loro utilizzo fa ormai parte della routine e può apparire banale – ha sottolineato la dottoressa Varese -. Ma in realtà vanno sempre gestiti con la massima cura e sterilità»
  • le condizioni fisiche dei pazienti, in primis l’età avanzata (comune alla gran parte delle persone colpite da tumore), la malnutrizione e la presenza di altre malattie.
 

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Altre società scientifiche SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SITA (Società Italiana Terapia Antinfettiva) e GISA (Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica) si sono fatte sentire, focalizzando l’attenzione su ciò che accade negli ospedali italiani: da 450.000 a 700.000 casi di infezioni l’anno (su 9.000.000 di ricoverati), una su cento risulta letale. Oltre ai costi umani si sommano quelli sanitari: si stima 1 miliardo di euro all’anno. Come ridurre questo impatto? Prevenire le infezioni ospedaliere, implementando al meglio le buone pratiche assistenziali; prevenire la resistenza agli antibiotici limitandone l’uso inappropriato, in altre parole utilizzare gli antibiotici giusti nei casi in cui possono essere davvero utili, selezionandoli anche grazie a diagnostica microbiologica rapida e una corretta valutazione del rischio infettivo per il paziente.

 

I CONSIGLI UTILI

Si sa che l’antibioticoresistenza è un problema globale, che coinvolge esseri umani, animali, piante e ambiente, che deve essere affrontato con strategie di ampio respiro da parte di agenzie regolatorie, aziende farmaceutiche, enti di ricerca, medici e operatori sanitari. Ma ci sono raccomandazioni sensate anche per i cittadini e in particolare per i pazienti oncologici e i loro familiari.

  • Curare l’igiene delle mani
  • Usare le mascherine nei luoghi affollati ed evitarli quando possibile
  • Usare guanti e abbigliamento consono se si svolgono attività che possono esporre a ferite, punture, tagli (ad esempio in giardino, camminando per sentieri
  • Curare l'igiene degli alimenti per ridurre il rischio di infezioni alimentari
  • Sottoporsi alle vaccinazioni utili, a partire dall’antinfluenzale, la vaccinazione Covid-19 per il virus Sars-CoV-2, la vaccinazione anti pneumococco, Herpes Zoster, meningococco e Haemophilus Influenzae.

Molto utile, come suggerito anche dal comunicato FAVO, uno schema riassuntivo dedicato alle vaccinazioni nei pazienti oncologici, prodotto dalla Rete Oncologica Piemontese (citato nelle fonti in calce all’articolo).

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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