Duemila volontari per un progetto dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che studia la prevenzione di tumori e malattie croniche contrastando la sindrome metabolica
I malati di diabete che si curano con la metformina si ammalano meno di cancro al seno e di altre forme tumorali ancora da validare. Per questo motivo è stato avviato uno studio europeo, cui partecipa anche la Fondazione Istituto Tumori di Milano, che studierà duemila pazienti a rischio di ammalarsi di diabete. I pazienti saranno reclutati fra chi soffre di sindrome metabolica, un complesso di condizioni (almeno tre fra ipertensione, trigliceridi alti, glicemia alta, colesterolo HDL basso e circonferenza vita elevata), tutte legate a un fattore di rischio comune: il sovrappeso, soprattutto se concentrato nell’area addominale.
Attenzione al grasso addominale dopo la menopausa: c'è il rischio di ammalarsi di cancro
OBBIETTIVO GIROVITA
Ci sono, infatti, sempre più indicazioni che sia il grasso depositato all’interno dell’addome la minaccia più grave per la salute, piuttosto che l’obesità complessiva. Si raccomanda che la circonferenza vita non sia più di 85 cm nelle donne e 100 cm negli uomini, ma, senza andare sottopeso, più stretta è meglio è. Sono le parole del professor Franco Berrino, consulente per la Medicina predittiva e per la prevenzione della Fondazione IRCCS Istituto tumori di Milano, il quale ritiene che combattere la sindrome metabolica sia “un obiettivo primario per arrivare a una vecchiaia serena e soprattutto per evitare le gravi malattie coinvolte”.
I DANNI DAI CHILI DI TROPPO
Ma vediamo come si è arrivati a questa considerazione. E’ ormai opinione comune degli scienziati che il nostro stile alimentare favorisca lo sviluppo dei tumori, oltre che di altre malattie, tesi provata da numerosi studi: troppi zuccheri, troppa carne, troppi cibi industrialmente raffinati aumentano il rischio di ammalarci, mentre cereali integrali e verdure ci proteggono. Un’altra delle informazioni più validate e ripetutamente confermate, è che chi è in sovrappeso si ammala di più di vari tipi di tumore e chi si è ammalato, se in sovrappeso, ha più difficoltà a guarire. La “pancetta” non va quindi soltanto considerata come un difetto dell’immagine, perché è legata alla sindrome metabolica, alle malattie cardiovascolari (infarti e ictus), ipertensione, diabete e tumori.
IN CHE MODO CIO' CHE MANGIAMO PUO' AUMENTARE IL RISCHIO DI AMMALARSI DI CANCRO?
L’INFIAMMAZIONE
Lo conferma anche Adriana Albini, ricercatrice oncologa all’ospedale di Reggio Emilia, la quale spiega che i pazienti diabetici, pur avendo una maggiore suscettibilità allo sviluppo di tumori, a causa di tre fattori, iperinsulinemia, infiammazione cronica, iperglicemia. Al tempo stesso però si osserva una riduzione del rischio legata alla cura con metformina. «Le cellule tumorali – dice l’esperta - esprimono altissimi livelli di recettori per l'insulina e la presenza di quantità alte di insulina in circolo stimolano la carcinogenesi promuovendo la proliferazione di tali cellule. La metformina aumenta la sensibilità delle cellule del fegato all'insulina riducendo l'iperinsulinemia, quindi diminuendo il rischio di progressione del tumore associato allo squilibrio metabolico. Lo squilibrio, poi, associato al diabete, causa uno stato di infiammazione cronica nel paziente, che è pure associato allo sviluppo di tumori, alla loro progressione e a prognosi negativa del paziente neoplastico. In questo contesto, la metformina blocca la produzione di radicali liberi associati all'iperinsulinemia. Inoltre la metformina aumenta l'assorbimento periferico di glucosio ed il suo utilizzo da parte del muscolo e del tessuto adiposo; nel fegato invece, riduce la produzione ed il rilascio di glucosio, creando un ambiente sfavorevole al tumore, bloccando l’attività proliferativa delle cellule tumorali».
Sindrome dell'ovaio policistico: buone conferme dala metformina
LO STUDIO
Il team coordinato da Franco Berrino ha avviato uno studio in doppio cieco per valutare su 2.000 persone gli effetti della metformina collegata a cambiamenti strutturali dello stile di vita, dall’alimentazione all’esercizio fisico. I pazienti da reclutare devono corrispondere a malati con sindrome metabolica. Chi fosse interessato a partecipare a questo studio che durerà 5 anni può telefonare al numero 02.23902868 dell’Istituto dei tumori e proporre la sua candidatura. Gli esperti, al primo incontro, stabiliranno l’idoneità del candidato che parteciperà a corsi di cucina, attività fisica controllata, corretta alimentazione. Possono entrare nello studio uomini che abbiano un girovita superiore a 100 centimetri e donne con girovita superiore a 85 centimetri, in abbinamento ad altri due parametri fra pressione alta, glicemia border line, trigliceridi alti, HDL (il colesterolo buono) basso.