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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 30-05-2022

Pandemia: anziani più resilienti del previsto



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Fra isolamenti e paura del virus, sono aumentati i tentativi di suicidio tra i giovani, ma non tra gli over 70, che soffrono però la solitudine, causa anche di malattie

Pandemia: anziani più resilienti del previsto

Nel fare i conti con la pandemia, gli anziani hanno reagito meglio dei giovani. Si sono dimostrati, con una parola tanto in voga, ben più resilienti, anche se 1 su 5 soffre per la solitudine, per la mancanza di un compagno/a di vita. Una sofferenza esistenziale che può creare problemi ben concreti di ordine fisiologico e psicologico. Per “misurare” la capacità di resistenza allo stress e allo smarrimento diffusi dal coronavirus si sono contati i tentativi di suicidio che sono risultati più alti del 30-40 per cento sotto i 30 anni, mentre le attese della vigilia facevano piuttosto temere per le persone sopra i 65 anni.

100 TENTATIVI: UN GRIDO DI AIUTO?

Se ne è parlato al 22° Congresso dell’Aip, Associazione italiana di psicogeriatria, tenutosi a Firenze sotto il titolo Dopo la pandemia: la sfida per una medicina a misura della terza età sottolineando anche che se per i giovani si contano 100 tentativi per un effettivo suicidio, nel caso degli anziani di tratta di due tentativi per ogni morte effettiva. Il che significa che si tratta di gesti premeditati e ben studiati, non esplosioni di insofferenza e richieste di aiuto indirette come per tanti ragazzi.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

I DATI SUI RAGAZZI CONFERMANO

Le statistiche citate al Congresso sono dati globali, di diversi paesi, in Italia al solito siamo carenti di queste indagini. Ma un caso si è potuto citare al Congresso Aip: l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze è stato tra i primi a segnalare l’aumento dei tentativi di suicidio – proprio del 30-40 per cento – nella sua utenza sotto i 18 anni. Il presidente dell’Associazione italiana di Psicogeriatria, professor Marco Trabucchi, ha sviluppato il tema della solitudine come fattore di rischio per gli anziani: «Purtroppo la solitudine è una compagna drammatica della terza età, un fenomeno sempre più frequente a causa dei moderni stili di vita; tra chi ha più di 75 anni colpisce circa il 20 per cento della popolazione, pur con notevoli variazioni tra nord e sud e città e campagna. Ed è una condizione importantissima per la salute».

UNA POPOLAZIONE DI ANZIANI

Con la solitudine, spiegano gli esperti, c’è un rischio maggiore di ammalarsi, di andare verso una forma di demenza, di avere una vita più breve. È stato ricordato che siamo il paese al mondo più anziano dopo il Giappone, con un’età media sui 46 anni. I dati Istat dicono che la popolazione sopra i 65 anni è di 14 milioni e 46 mila individui, pari al 23,8 per cento. E che gli ultracentenari sono 20.000, con tendenza all’aumento. Insieme, vanno ricordate le demenze tipiche dell’età avanzate. Tra cui l’Alzheimer che da solo colpisce 1,2 milioni di persone. Consola che una parte del Pnnr europeo sia rivolto proprio al miglioramento della condizione, tanto trascurata, degli anziani, da sani e da malati.

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