Dalla Conferenza Mondiale The Future of Science 2011, l'intervento di Edoardo Boncinelli
Dalla Conferenza Mondiale The Future of Science 2011, l'intervento di Edoardo Boncinelli
Che cos'è la mente? Una domanda affascinante alla quale è sempre stato difficile dare una risposta. Per le conoscenze che abbiamo allo stato attuale, la mente viene definita come l'insieme delle attività cerebrali superiori. Ma come siamo arrivate a dare tale definizione? Il percorso è stato lungo e tortuoso. La molteplicità degli approcci infatti ha reso difficile un'esposizione ordinata di tutto quello che sappiamo sul cervello.
In passato, per acquisire nuove conoscenze nel campo della mente, si dovevano osservare gli esiti nefasti di incidenti. A seconda della zona danneggiata, e quindi della funzione persa, si poteva tracciare una sorta di mappa virtuale delle funzioni cognitive associate a precise aree del cervello. Un metodo sicuramente efficace ma molto lento. Fortunatamente oggi a darci una mano è intervenuta la tecnologia.
Utilizzando alcune tecniche di neuroimaging, utili a visualizzare l'afflusso di sangue nei diversi distretti cerebrali, è ora possibile osservare quale parte del cervello di una persona sana è in attività mentre esegue un particolare compito. Attraverso questo semplice approccio è stato possibile quindi individuare l' area deputata al linguaggio, al riconoscimento delle forme, all' esitazione e così via.
Ciononostante, sono ancora moltissime le cose che vorremmo sapere ma ignoriamo. Di conseguenza, sulla base di quanto è avvenuto in questi ultimi decenni, possiamo soltanto scommettere che le nostre conoscenze aumenteranno ancora.
Ad oggi siamo riusciti a mappare in maniera finissima il cervello. Abbiamo così ottenuto una mappa molto articolata delle varie funzioni mentali e più in generale psichiche che non ha uguali nella storia. Una mappa però che non a tutti piace. Secondo i critici localizzare un'area non significa spiegare come funzioni.
Vero, verissimo. Però, a mio parere, anche se localizzare non vuol dire spiegare, non riuscire a localizzare può signifiacare anche che si sta dando la caccia a qualcosa che non c'è. Per questa ragione credo che localizzare sia il primo passo per arrivare alla meta finale del comprendere. La scienza è piena di questi esempi. Penso ad esempio alla fisica: in passato, spiegare il moto dei corpi senza il contributo dell'attrito, ha permesso lo sviluppo di un primo abbozzo di teoria del moto che oggi contempla la presenza di questo componente.
L'era della localizzazione sta per finire. L'unico modo ora che abbiamo per arrivare a spiegare è quello di ripensare tutto quello che riguarda cervello, mente e psiche. Proprio per sfrondare l' idea stessa della mente dalle sovrastrutture intellettuali precipitate nei secoli è opportuno fare piazza pulita e studiare tutto dalle fondamenta, come se non avessimo mai saputo niente.