Come è presentata la ricerca delle neuroscienze dai mezzi di informazione? Qual è la percezione che il pubblico ha della ricerca scientifica su questioni legate alla mente e al cervello umano?
Usando dati empirici dell'Osservatorio Scienza e Società e dello Science in the Media Monitor, abbiamo da un lato analizzato quanto pubblicato dal 2008 in sette quotidiani e 50 blog, dall’altro condotto un sondaggio su campione rappresentativo della popolazione italiana di oltre mille persone, dai 18 anni in su.
Ecco cosa ne è emerso. Nei giornali è solo dal 2010 che si può riscontrare un lieve aumento nello spazio dedicato alle neuroscienze, grazie soprattutto ad alcune scoperte che hanno attirato l’attenzione dei media.
Gli argomenti più trattati sono quelli che riguardano la memoria e i suoi meccanismi; le terapie per i molti disturbi che colpiscono l’attività nervosa e cerebrale (Parkinson e Alzheimer in particolar modo); passioni; emozioni; coscienza e spiritualità, che appaiono però un po’ in secondo piano.
Facendo, poi, un confronto fra le richieste effettuate dagli utenti sul motore di ricerca Google e le risposte ottenute su argomenti quali l’anatomia, la biologia molecolare, la biochimica, la fisiologia, la farmacologia, la genetica e le varie patologia del sistema nervoso risulta un aumento sia della domanda che dell’offerta. In tempi recenti, dunque, la collettività s’interessa e vuole sapere di più sul “mondo della mente”. E, dal canto suo, la comunità scientifica inizia ad offrire più risposte.
Infine, ecco gli esiti del sondaggio che mirava a capire cosa vuole sapere l’opinione pubblica e da chi si aspetta di ricevere risposte.
Terapie, è questo che gli intervistati desiderano più di ogni altra cosa. Contro il disagio psichico, le psicosi, la schizofrenia, la depressione, i disturbi bipolari. Cure e soluzioni (ancor prima delle spiegazioni, che purtroppo spesso ancora mancano) in grado di riparare quei meccanismi che si guastano o s’inceppano causa di grandi sofferenze per i malati e le loro famiglie.
A chi le chiedono? Non è molto chiaro. Che si parli di scienza, religione o filosofia; di emozioni, coscienza o spiritualità; di affetti e sentimenti o di disturbi comportamentali la stragrande maggioranza delle persone pensa che la persona di riferimento sia lo psicologo, una figura che è di gran lunga la più consolidata e nota nell’immaginario collettivo. Segue il filosofo, poi il mondo religioso e, solo per ultimo, chi si occupa di neuroscienze.
La maggior parte degli italiani, insomma, ha grandi aspettative nei confronti delle neuroscienze e il 71,6 per cento degli intervistati ritiene che possano individuare una cura per malattie come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson. Più di sei su dieci confidano poi che con queste ricerche si possa comprendere lo sviluppo del linguaggio umano.
Massimiano Bucchi
(testo a cura di Vera Martinella)
Professore di Comunicazione, Scienza e Tecnica, Università di Trento