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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 21-09-2011

E' il cervello a dirci come parlare



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Dalla Conferenza Mondiale The Future of Science 2011, l'intervento di Andrea Moro

E' il cervello a dirci come parlare

Dalla Conferenza Mondiale The Future of Science 2011, l'intervento di Andrea Moro

Che il linguaggio sia dipendente dall'attività cerebrale è cosa ormai nota. A differenza di quanto accadeva nell'antichità, dove era il cuore il centro di tutto, oggi si può tranquillamente affermare che questa complessa attività ha sede principalmente nell'emisfero sinistro. Ma essere dipendente cosa significa? E' il cervello ad adattarsi al linguaggio o viceversa?

Dalla seconda metà dell’Ottocento, due campi di studio diversi, la neuropsicologia e la linguistica teorica, hanno accumulato varie scoperte sul linguaggio umano su differenti basi empiriche: grazie a elementi clinici e neuroanatomici, tipicamente la neuropsicologia ha messo in luce il ruolo selettivo dell’emisfero sinistro del cervello umano nell’elaborazione del linguaggio; la linguistica comparata, d’altro canto, ha mostrato che la grammatica non può variare all’infinito da una lingua all’altra, dimostrando così che le varie grammatiche sono generate dall’interazione ricorsiva (o ricorrente) di principi universali che permettono solo modifiche limitate.

Queste scoperte, totalmente indipendenti fra loro, convergono in maniera sorprendente. Ciò è stato dimostrato attraverso dati ottenuti basandosi sulla diagnostica per immagini applicata alla neurologia. In particolare utilizzando la risonanza magnetica funzionale e la PET.

I dati ottenuti sembrano fare emergere infatti una nuova e sorprendente relazione tra linguaggio e cervello. L'ipotesi rivoluzionaria è che sia la struttura stessa del nostro codice di comunicazione, in particolare della sintassi, a dipendere dal cervello e non solo il linguaggio, in quanto capacità di comunicazione.

Oggi sappiamo, ad esempio, con ragionevole certezza che l'assenza di certi tipi di regole in tutte le lingue, regole facili e concepibili, non è un fatto casuale, nè culturale nè arbitario, perchè si è provato che il cervello reagisce in modo differente a regole di questo tipo mai trovato rispetto alle regole che tutti conosciamo.


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