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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 18-12-2015

Anche nel cervello c'è il sistema immunitario



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E' una delle scoperte più sensazionali nel campo della ricerca biomedica selezionata dalla rivista Science. Nuova luce sulla malattie neurodegenerative

Anche nel cervello c'è il sistema immunitario

Una delle 10 ricerche scientifiche più importanti dell'anno 2015 selezionate dalla rivista Science è quella relativa alla scoperta del sistema linfatico all'interno del cervello. Anche se ai più non dirà molto lo studio degli scienziati della University of Virginia School of Medicine (Stati Uniti) appare come una delle pietre miliari delle neuroscienze degli ultimi decenni: anche a livello cerebrale è presente il sistema immunitario. Una scoperta -pubblicata in giugno dalla rivista Nature- destinata a riscrivere i libri di scuola e che probabilmente rivoluzionerà l'approccio a molte delle malattie neurodegenerative.

 

COSA SI SAPEVA PRIMA

Sino ad oggi il messaggio è stato chiaro: il sistema nervoso centrale non possiede un sistema linfatico di drenaggio. Affermazione che oggi può essere tranquillamente considerata incompleta. Con i mezzi tecnologici a disposizione sembra quasi impossibile da credere che mai nessuno prima del giugno 2015 era riuscito invece a vedere queste minuscole strutture na cavallo delle meningi, le membrane che delimitano il cervello.. Eppure sono lì, veri e propri vasi linfatici che si intersecano con quelli sanguigni.

 

USCIRE DAGLI SCHEMI

La scoperta, più che all'utilizzo di un particolar microscopio, la si deve al metodo di preparazione del campione di tessuto cererbrale di topo nel quale è stata effettuato l'esame. Solitamente per osservare un tessuto al microscopio la prima cosa da fare è sezionare la parte interessata e successivamente fissarla su di un vetrino. Quest'ultimo passaggio -come una sorta di istantanea fotografica- si rende fondamentale per bloccare qualsiasi processo biologico che porterebbe le cellule a morire nel giro di poco tempo. Una procedura standard che però ha sempre impedito la visualizzazione del sistema linfatico. Invertendo infatti la procedura -prima la fissazione del cervello e poi il taglio dell'area da analizzare- il dottor Antoine Louveau è riuscito ad ottenere un'immagine del tessuto cerebrale in cui accanto ai vasi sanguigni era possibile visualizzare il sistema linfatico.

 

APPLICAZIONI TERAPEUTICHE

Cosa aggiunge questa scoperta? Il parere degli addetti ai lavori è unanime: sempre più numerosi studi indicano che nelle malattie neurodegenerative e nella sclerosi multipla la componente infiammatoria gioca un ruolo fondamentale. Aver scoperto che anche a livello cerebrale è presente una fitta rete di tessuto linfatico aiuterà gli scienziati a progettare nuove opzioni terapeutiche per queste patologie. Un esempio? Nell'Alzheimer, dove una delle caratteristiche della malattia è l'accumulo di proteine beta amilodi, probabilmente a non funzionare più bene è proprio il sistema linfatico, deputato a “ripulire” tutto ciò che si accumula a livello cerebrale. Non è un caso che nello studio i ricercatori abbiano osservato un progressivo danneggiamento di questo sistema con il passare del tempo. Aver individuato queste vere e proprie “autostrade” del sistema immunitario consentirà agli scienziati di sperimentare nuove vie per raggiungere il cervello, un tempo considerato tra gli organi più impermeabili all'arrivo dei farmaci.

 

@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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