La dieta senza glutine si conferma l'unica terapia efficace per attenuare i sintomi della celiachia. Ma ci sono buoni motivi per non seguirla se non si è celiaci
Negli Stati Uniti la prevalenza della celiachia, ovvero la percentuale di diffusione all’interno della popolazione generale, è rimasta immutata negli ultimi cinque anni. Eppure, nello stesso arco di tempo, i consumi di alimenti senza glutine sono aumentati in maniera rilevante. Un trend analogo è stato osservato pure in Italia: come conseguenza anche di quanto sostenuto da numerosi personaggi noti, non celiaci, che seguono la dieta gluten-free e lo dichiarano pubblicamente nell’erronea convinzione che garantisca un maggior benessere o che faccia dimagrire. Ma la realtà è ben diversa.
La scelta, oltre a banalizzare quella che è l’unica terapia riconosciuta per i celiaci, rischia di avere anche contraccolpi sulla salute dei consumatori. Quali? Lo abbiamo chiesto a Marco Soncini, direttore dell'unità operativa complessa di gastroenterologia, Asst Santi Paolo e Carlo di Milano e tesoriere dell'Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri (Aigo).