Ci sono buoni consigli per ridurre i sintomi del colon irritabile? Le risposte dello specialista
Soffro di colon irritabile con problemi di gonfiore addominale, accompagnato da dolore continuo e meteorismo. Sono in premenopausa, con qualche chilo di troppo che fatico a smaltire, seguo una dieta prevalentemente vegetale e pratico attività fisica moderata ma costante. Come possono correggere il mio ‘stile di vita’ per ridurre i sintomi del colon irritabile?
Maria, (domanda pervenuta tramite form L'Esperto risponde)
Risponde il Dott. Marco Dal Fante, Responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia, Humanitas San Pio X, Milano
Cara Signora,
il colon irritabile è caratterizzato da dolore addominale ricorrente, presente almeno un giorno alla settimana da almeno due mesi, associato anche a modificazioni nella frequenza delle evacuazioni e della consistenza delle feci, con disturbi in concomitanza delle evacuazioni. Mentre la presenza di gonfiore e meteorismo, che caratterizza questa sindrome, sono indice di una eccesiva fermentazione con relativa produzione di gas da parte della flora batterica, cioè la popolazione di batteri, miceti e virus che abitano e colonizzano nell’intestino, oggi chiamata microbiota intestinale.
Sino a qualche anno fa si riteneva che il colon irritabile fosse dovuto prevalentemente all’alterazione della motilità intestinale, oggi le nuove conoscenze fanno ipotizzare che ci sia anche una implicazione dell’asse intestino-cervello, per il legame ormai comprovato che unisce l’attività di questi due organi, e della dieta.
Proprio la componente vegetale, corretta e necessaria in uno stile alimentare sano di tipo mediterraneo, potrebbe essere tra le responsabili del gonfiore addominale: il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilare tutte le fibre contenute negli alimenti di origine vegetale, dando luogo non solo a fenomeni di aerofagia, ma anche ad un aumento della massa fecale.
La prima indicazione per contenere dolore e gonfiore addominale è ridurre l’apporto di alimenti ricchi di FODMAPs, cioè cibi ad alto contenuto di oligosaccaridi fermentati (FO), disaccaridi (D), monosaccardi (M), e polioli, (P). Quali sono? Ad esempio mela, pera, miele, succhi di frutta, carciofi, cavoli, cavolfiori, broccoli, lenticchie, fagioli, fave, legumi in genere, latte vaccino fresco e formaggi freschi a favore di cibi che ne contengono in basse quantità. Tra di essi ci sono banana, mirtilli, pompelmo, melone, kiwi, limone, arancia, mandarino, frutti di bosco (lamponi e fragole), sedano, peperoni, melanzane, fagiolini, lattuga, pomodoro, latte di soia o di riso, formaggi stagionati, farro e tra gli zuccheri il saccarosio.
Dopo 4-6 settimane di una dieta a basso contenuto di FODMAPs non solo si possono reintrodurre lentamente anche i cibi che ne contengono in maggiori quantità ma si dovrebbero osservare anche sensibili benefici dei sintomi con una riduzione di meteorismo, flatulenza e dolore addominale di circa 50-80%.
Ottima l’attività fisica, praticata con regolarità, di media intensità e di tipo aerobico che può includere sessioni in palestra, ma anche camminate a passo sostenuto per almeno 30 minuti per 3-4 volte a settimana o sport quali il nuoto. La pratica fisica ha anche il vantaggio di aiutare a contrastare l’aumento di peso, un evento più che possibile in premenopausa. In questo periodo del ciclo vitale femminile si assiste, infatti, a una diminuzione della massa magra, principalmente responsabile del consumo energetico giornaliero, e a una riduzione del metabolismo basale: due eventi che, insieme, fanno bruciare 100 calorie in meno ogni giorno. Da qui l’importanza di contenere/ridurre l’apporto calorico giornaliero associato all’alimentazione, scegliendo cibi giusti, anche funzionali al benessere del colon, e di fare movimento: un trinomio ‘vincente’ per il contenimento dei disagi e della sintomatologia intestinale dolorosa.
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