Risponde la psicologa clinica Silvia Vegetti Finzi, già docente all’Università di Pavia
Risponde la psicologa clinica Silvia Vegetti Finzi, già docente all’Università di Pavia
Ho sorpreso la mia bambina di 6 anni fare col bimbo dei vicini di casa, che fa l’ultimo anno dell’asilo, i cosiddetti “giochi del dottore”. Non solo si guardano e si toccano, ma simulano anche il far l’amore. Ai miei tempi tra noi bimbi questo si chiamava fare “le cose sporche”, anche loro due stanno ben attenti che non ci siano adulti che possano vederli, quindi l’idea che hanno di quei giochi è com’era la nostra. E io, come devo comportarmi? E se parlo, che termini usare? O devo solo stare zitta, sono cose tipiche dell’età e passano col tempo?
Maddalena N., Genova
Risponde la psicologa clinica Silvia Vegetti Finzi, già docente all’Università di Pavia
E’ una curiosità sana, quella dei bambini, di scoprire come sono fatti, di voler sapere cosa sono quelle sensazioni strane che provano toccandosi lì. Perché la sessualità nei piccoli è forte, fino ai 5-6 anni – e i due bimbi della lettrice ci rientrano, mi pare -, poi comincia un periodo di latenza che dura fino agli 11-12 anni. Allora è lo sviluppo ormonale a riaccendere - e stavolta definitivamente - la sessualità.
Il fatto che i due bambini della lettera mimino anche l’atto sessuale mi sa che sia un portato di quel che vedono in tv. In ogni caso, non è certo il caso di piombare sui due piccoli umiliandoli. Guai a mortificarli. No, piuttosto l’adulto tenti di distrarli, di attirare il loro interesse verso qualcos’altro e poi parli, sì, alla propria figlia almeno, anche in un altro momento. Veda la signora Maddalena se parlare ad ambedue i bambini, dipende dai rapporti anche con i genitori del maschietto.
Che dire? Direi di alimentare il senso del pudore, non certo in modo bigotto, ma come valore. “Vedi, le parti intime si chiamano così perché sono proprio tue, avrai notato che tutte le persone le tengono coperte con cura. E’ perché fanno parte del ‘segreto’ di ciascuno, che si può svelare solo alle persone più care: la mamma, il papà e la persona che un giorno si amerà”. Si può aggiungere che non bisogna sciupare una parte di sé così preziosa e dare qualche nozione di educazione sessuale parlando di pisellino e farfallina che rendono diversi i corpi dei maschi e delle femmine, ma ugualmente belli. Si deve svolgere tutto il discorso in positivo alimentando per l’appunto il senso del pudore, un pudore sano, che io ritengo un valore.