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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 05-07-2019

Quali esami fare per valutare se la prostata è infiammata?



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L'irritazione della prostata può essere determinata anche da alcuni alimenti. Prima di limitare la dieta, però, è necessario completare la diagnosi. Ecco come

Quali esami fare per valutare se la prostata è infiammata?

Buongiorno, ho 62 anni e ho effettuato gli esami del sangue ai fini di un controllo periodico della prostata. I valori indicati rientrano nella norma. Nonostante questo, ho però necessità di urinare frequentemente quando bevo il caffè. Segno di prostata infiammata? Devo effettuare ulteriori esami specifici? Eventualmente quali? 

Valentino N.

Risponde Luca Carmignani, direttore dell’unità operativa di urologia dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano


I test ematici di controllo per la prostata, in particolare il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (Psa), sono utili per la diagnosi precoce prevalentemente del tumore della prostata, mentre hanno valore limitato per quanto riguarda la diagnosi di una malattia benigna. Il disturbo da lei riferito, ovvero la minzione frequente in associazione con l’assunzione di caffè, può essere lo specchio di una alterazione della qualità della sua minzione.

Alcuni cibi, come quelli piccanti, la menta, il cioccolato e la frutta secca, ma anche le bevande alcoliche e il caffè, come da lei sottolineato, possono provocare uno stato irritativo che porta al manifestarsi di questi sintomi. Dovrebbe prestare attenzione anche all'urgenza di fare pipì, alla necessità di svegliarsi durante la notte per urinare, alla sensazione di mancato svuotamento della vescica e alla difficoltà a urinare che possono essere sintomi di ostruzione prostatica benigna (o ipertrofia prostatica benigna). Questa condizione colpisce moltissimi uomini dopo i 40 anni e può essere inquadrata e diagnosticata dal suo urologo di fiducia attraverso domande specifiche e la compilazione di un semplice questionario.

Riguardo al quesito posto, la redazione di un diario minzionale, un esame uroflussimetrico (valuta la validità del flusso urinario) e la valutazione del residuo vescicale post-minzionale possono essere utili per completare la diagnosi.

 


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