Vivere e svolgere attività fisica in alta quota può aiutare a controllare l'eccesso di peso alla base della sindrome metabolica
Ho letto che vivere in alta montagna, dunque in quota, è un vantaggio per chi è predisposto alla sindrome metabolica. È vero? Serena (domanda arrivata via email)
Risponde Virginia Bicchiega, medico nutrizionista e ricercatrice presso il Centro per la Cura e Ricerca per l’Obesità, Istituto Auxologico Italiano IRCCS, Piancavallo (Verbania)
La sindrome metabolica è una condizione clinica in crescente ascesa nei paesi industrializzati, dovuta nella maggior parte dei casi a un eccesso di peso fino a contesti di sovrappeso o obesità, con accumuli di grasso localizzati soprattutto nel girovita e sui fianchi (il cosiddetto grasso addominale), il quale è a sua volta responsabile di un aumentato rischio per malattie cardiovascolari, diabete, pressione alta e di un generale impoverimento della salute e della qualità della vita.
Oltre al perseguimento e mantenimento di uno stile di vita sano – dieta varia e bilanciata, povera di grassi, specie animali, e ricca di fibre, la regolare pratica fisica – alcuni ‘contesti ambientali’ possono contribuire ad allontanare in parte il rischio di sindrome metabolica, fra questi i livelli di ossigeno presenti nell’aria.
Uno studio recente, condotto dall’Università di Navarra, in Spagna, e pubblicato su Frontiers in Physiology, ha dimostrato come le popolazioni che vivono e sono fisicamente attive ad un'altitudine compresa fra i 457 metri e i 2.297 metri hanno un rischio di sindrome metabolica assai inferiore rispetto a color che vivono al di sotto del 122 metri sul livello del mare.
E il tutto indipendentemente da un eventuale familiarità del disturbo.
Situazioni simili sono note anche in condizioni simulate di ipossia, dove cioè l’ossigeno nei tessuti è carente, e si favorisce la maggiore e la più rapida eliminazione di calorie, a vantaggio sia della perdita o del mantenimento del peso sia di un aumento della sensibilità dell’organismo all’insulina.
Il fenomeno trova spiegazione nel fatto che a mano a mano che si sale di quota, diminuiscono i livelli di ossigeno nell’atmosfera, costringendo l’organismo a incrementare la propria attività metabolica per riuscire a procurarsi le energie necessarie, utili a supportare il buon funzionamento di tutti gli apparati e dei tessuti, con un netto miglioramento soprattutto di cuore e polmoni e un maggiore dispendio energetico.
Dallo studio spagnolo emerge anche una ulteriore buona notizia, ovvero che i benefici di una vita e di una attività fisica in alta quota sarebbero appannaggio non sono dei soggetti presumibilmente sani, ma anche di coloro che mostrano una maggiore predisposizione o che sono geneticamente più a rischio per lo sviluppo di sindrome metabolica.
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