Il punto G è stato scoperto dal ginecologo Ernst Gräfenberg, che lo scoprì. Il punto G esiste nell’anatomia del sesso femminile.
L’aveva riportato di attualità Grillo citandolo a (s)proposito nelle sue concioni, ma ha risvegliato una mia (non disinteressata!) curiosità: ma, alla fine, il “punto G” esiste nell’anatomia del sesso femminile?
So che venne fuori e fu al centro di un gran dibattere ai tempi della giovinezza dei miei genitori, ma non so a quale conclusione si è giunti. So anche che la G del nome viene dal ginecologo Ernst Gräfenberg, che lo scoprì.
Oppure credette solo di scoprirlo? Lariana 28 anni
Risponde Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano
Sì, il punto G esiste, ma solo nel 50% per cento delle donne. Perché non ce l’hanno tutte? Perché è il residuo embrionale della prostata maschile, posto sulla parete vaginale anteriore, circa 2-3 cm all’interno dell’entrata vaginale.
Come tutti i residui può essere minimo e non dare segno di sé, o essere ben sviluppato tanto da procurare orgasmi molto intensi, accompagnati dall’emissione di una o due gocce di liquido. Se analizzato chimicamente, si rivela identico al secreto prostatico, perché contiene tra l’altro il PSA (antigene prostatico specifico) e può essere visualizzato, anche con l’ecografia trans vaginale.