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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 06-06-2012

Il sole è un amico o un nemico?



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Risponde Nicola Mozzillo, Direttore del Dipartimento Melanoma e Tessuti Molli dell'Istituto Nazionale Tumori - Fondazione Pascale di Napoli

Il sole è un amico o un nemico?

Ho un dilemma e non riesco a venirne a capo: soffro di psoriasi e il dermatologo, accanto ad alcune creme, mi ha prescritto… «sole», e acqua di mare quando possibile. 

Ora, visto che abito a Varese, l’unico modo che ho per avere una dose settimanale di sole per gran parte dell’anno è farmi una lampada. E il dermatologo ha acconsentito, ricordandomi le precauzioni necessarie per non scottarmi. Ma quando l’ho detto a casa è successo il finimondo: mi hanno fatto un elenco di tragedie legate ai lettini abbronzanti che vanno dall’invecchiamento precoce della pelle alla morte per cancro.
A chi credo? Ho scelto il dermatologo sbagliato?

Veronica

 

RISPOSTA


Cara Veronica,

innanzitutto facciamo un po’ di chiarezza. Premetto che quello che sto per dirle vale soprattutto per le radiazioni solari e in parte per quelle artificiali di lampade e lettini, la cui nocività è correlata, come è stato  dimostrato, all’abuso che ne fanno i giovani al di sotto dei 30 anni.

Nonostante quello che spesso si legge, non tutte le prove scientifiche dimostrano un sicuro legame tra raggi ultravioletti e melanoma, la più temibile forma di tumore della pelle, che dipende in larga misura da fattori costituzionali e perciò genetici, oltre che ambientali. Tra l’altro il melanoma si manifesta generalmente in zone del corpo meno «esposte» cronicamente al sole (come il busto) e in soggetti che si espongono impropriamente in maniera saltuaria nel week end o durante le vacanze estive a quel che si dice abbronzatura «mordi e fuggi», moltiplicando il rischio di scottature.

E’ invece accertata la relazione tra raggi ultravioletti e basalioma (o carcinoma basocellulare), che è però fortunatamente fra i tipi di cancro meno aggressivi, da cui si guarisce praticamente quasi sempre. Non a caso le zone del corpo più colpite dal basalioma sono quelle più scoperte, come volto e cuoio capelluto. E non a caso è il tumore della pelle più frequente, specie negli anziani e nei lavoratori esposti al sole, come marinai e pescatori, agricoltori, addetti all’edilizia. E poiché per guarire (nella stragrande maggioranza dei casi) basta semplicemente asportarlo in ambulatorio, non sappiamo nemmeno con certezza quante persone colpisca ogni anno.

Veniamo ora al suo dilemma: non ha sbagliato il dermatologo, ma su alcune cose i suoi familiari hanno un po’ di ragione. Si tratta di una valutazione del rapporto tra i costi e i benefici, perché se da un lato è vero che le radiazioni ultraviolette sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo, e perciò delle rughe (oltre ad essere potenziale fonte di tumori), nel suo caso c’è una chiara indicazione terapeutica e un non dimostrato rischio. Non bisogna infine dimenticare che i raggi solari sono amici della nostra salute, sono indispensabili per la sintesi della vitamina D, influenzano positivamente l’umore e la sensazione di benessere.

Certo è che, come in tutte le cose, serve moderazione. Bisogna esporsi al sole con cautela, evitando le ore centrali della giornata con il sole a picco, utilizzando indumenti protettivi e cappello, soprattutto coloro con cute delicata, occhi chiari, capelli biondi o rossicci, molte lentiggini o nei, e proteggendo le parti più esposte con filtri solari adeguati, che però vanno riapplicati dopo un bagno o una doccia.

 


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