Che cosa sappiamo degli integratori a base di riso rosso fermentato? Aiutano a tenere a bada il colesterolo? A chi sono consigliati? Quando bisogna passare al farmaco?
Il riso rosso fermentato serve davvero per tenere a bada il colesterolo alto?
Rebecca, domanda pervenuta via mail
Risponde la dottoressa Monica Giroli, Nutrizionista dell’Unità di Ricerca Prevenzione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino
Gentile signora, per il controllo dell’ipercolesterolemia, a fianco dei farmaci, sono utilizzati anche alcuni integratori, proprio come il riso rosso fermentato. Nello specifico si tratta di un nutraceutico, ovvero un componente alimentare o principio attivo presente negli alimenti, o derivato da essi, che ha effetti positivi sul benessere e sulla salute, in questo caso specifico sull’abbassamento del colesterolo.
COS’È IL RISO ROSSO FERMENTATO?
Il riso rosso fermentato si ottiene facendo fermentare un lievito di colore rosso, il Monascus Purpureus, su del normale riso bianco. Fermentando, il lievito produce la Monacolina K, sostanza in grado di abbassare i livelli del colesterolo fino al 20-25%, e che presenta una struttura simile a quella della lovastatina, una statina che appartiene alla classe di farmaci più utilizzati per contrastare l’ipercolesterolemia. L’azione è la stessa: viene diminuita la sintesi del colesterolo da parte del fegato. Il riso rosso fermentato non è da confondere con il riso rosso che si trova in commercio che, essendo privo della Monacolina K derivata dalla fermentazione, non ha alcun ruolo nella diminuzione del colesterolo.
QUANDO UTILIZZARLO?
Per stabilire se il riso rosso fermentato rappresenti una valida alternativa ai farmaci, è necessaria una valutazione approfondita del rischio cardiovascolare complessivo del paziente da parte del medico. Il riso rosso fermentato, ad esempio, può rappresentare un primo approccio per soggetti giovani, under 40, con valori di colesterolo leggermente elevati, un rischio cardiovascolare basso o moderato e uno stile di vita sano, privo di fumo con svolgimento regolare attività fisica. Può rappresentare una valida alternativa anche per soggetti intolleranti alle statine o reticenti all’uso di farmaci, prediligendo prodotti naturali.
QUANDO EVITARLO?
Meglio evitare il riso rosso fermentato e ricorrere, invece, alle statine tradizionali o ad altri farmaci per chi ha un rischio cardiovascolare medio/alto, una forma di ipercolesterolemia familiare, ha già avuto un precedente problema cardiaco o presenta delle placche arteriose. Inoltre, secondo la nuova regolamentazione, il riso rosso fermentato, oltre a non poter contenere più di 3 mg di Monacolina K, non può essere consumato in donne in gravidanza e in allattamento, né nei soggetti al di sotto dei 18 anni, o al di sopra dei 70 anni.
PICCOLI ACCORGIMENTI
Essendo classificato come nutraceutico, il riso rosso fermentato può essere acquistato in farmacia o al supermercato senza bisogno della prescrizione del medico, a carico del paziente. Tuttavia, trattandosi comunque di una statina a basso dosaggio, è meglio attenersi ai consigli del medico, per evitare interazione con altri farmaci e anche per minimizzarne gli effetti collaterali. Seppur minimi, infatti, possono essere presenti effetti avversi soprattutto nei confronti di fegato e muscoli; dopo somministrazione del nutraceutico a base di riso rosso fermentato, che va preso con costanza, l’indicazione è quella di monitorare non solo la riduzione del colesterolo, ma anche i possibili effetti collaterali, esattamente come per le statine.
Inoltre, non dimentichiamo che il processo di fermentazione può portare alla formazione della citrinina, sostanza nefrotossica che può avere effetti negativi sui reni, oltre alla Monacolina K che, per questo, deve essere ben purificata. È importante scegliere un nutraceutico di buona qualità, prodotto, per esempio, da industrie farmaceutiche che, trattando anche farmaci, siano abituate a purificare correttamente i prodotti, o da industrie presenti sul mercato da tempo e che diano garanzia di qualità dei prodotti.
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