Nei pazienti diabetici (di tipo 1 e 2) un controllo glicemico non soddisfacente e una lunga durata della malattia possono anche allungare i tempi della guarigione
Egregio professore,
scrivo per avere un suo parere. Mio fratello ha 35 anni e, da quando ne aveva 15, soffre di diabete tipo 1. L'11 febbraio, giocando a basket, si è rotto l'anulare della mano sinistra. Dieci giorni fa è stato alla visita di controllo per togliere la fasciatura, ma i medici gli hanno detto che la frattura non è ancora saldata e ne avrà come minimo per un altro mese come. La causa è da trovare nel suo diabete? Quella mano tornerà mai a posto? Siamo molto preoccupati.
Grazie per una sua risposta
Valentina
Risponde Stefano Del Prato, direttore dell'unità operativa di malattie del metabolismo e diabetologia dell'azienda ospedaliero-universitaria di Pisa e blogger della Fondazione Umberto Veronesi.
Nelle persone con diabete, sia di tipo 1 sia di tipo 2, il rischio di fratture è aumentato. Ci sono vari motivi che possono giustificare questo aumento del rischio. Tra i principali vi è una più lunga spettanza di vita e quindi il rischio che fattori intercorrenti possano esporre a condizioni che favoriscono tale rischio. Questo non è, apparentemente, il caso della persona in oggetto, anche se l’attività sportiva piò rappresentare una condizione di rischio.
In effetti, le fratture dell’anulare in un giocatore di pallacanestro non sorprendono. Quello che sorprende in questo caso è il mancato rinsaldamento osseo nei tempi abituali, oggetto della preoccupazione dei familiari della persona. I meccanismi attraverso i quali il diabete può interferire con il metabolismo dell’osso non sono ancora completamente chiariti. Sicuramente, il controllo della glicemia può svolgere un ruolo importante. Un controllo glicemico non soddisfacente e una lunga durata della malattia diabetica possono, senza dubbio, contribuire al rischio e favorire l’allungamento dei tempi della guarigione.
Il cattivo controllo della glicemia può comportare la glicazione (cioè un eccessivo legame di glucosio alle proteine stesse) delle proteine dell’osso e di quelle deputate al mantenimento del suo stato di salute. Infatti, tra queste proteine ci sono anche quelle che regolano la formazione di nuovo tessuto osseo e di una sua adeguata calcificazione. Quando queste proteine sono glicate in eccesso, la loro funzione viene alterata. La cronica iperglicemia comporta anche la sofferenza dei dei piccoli vasi che irrorano l’osso (microangiopatia) riducendo l’apporto di sostanze (proteine, sali minerali, substrati energetici) indispensabili per garantire un normale turnover dell’osso e di una sua pronta ed efficace riparazione. Infine, un deficit di insulina, come può manifestarsi nel diabete tipo 1, può comportare una minore produzione di fattori (ad esempio IGF-1) importanti per la formazione dell’osso.
Pertanto il suggerimento pratico, al fine di poter confidare in una riparazione più rapida e consolidata della frattura dell’anulare del giocatore di pallacanestro è quello, oltre alle indicazioni dello specialista ortopedico, di mettere in atto tutte le misure necessarie a garantire il migliore controllo glicemico, evitando eccessive escursioni della glicemia e riducendo al massimo il rischio di ipoglicemia. A tal fine è indispensabile un controllo frequente della glicemia con l’introduzione delle opportune variazioni della terapia insulinica.