Risponde Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp)
In un bambino febbre e vomito possono essere indicazione anche di una infezione urinaria? Come capirlo con certezza?
Beatrice V, Albissola.
Risponde Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp)
È una domanda più che appropriata, poiché le infezioni urinarie sono più diffuse e comuni tra i più piccoli di quanto non si pensi. Colpiscono infatti all’incirca il 7,5% dei bambini, di cui uno su 15 le ha già sperimentate almeno una volta nell’infanzia. Non sempre però queste problematiche vengono subito riconosciute perché spesso i sintomi piuttosto generici – simili ad esempio a quelli che si manifestano negli stati influenzali – possono farli riferire a causa di altra natura. Occorre che ogni mamma sia a conoscenza dei cinque campanelli di allarme che potrebbero fare sospettare una eventuale infezione in atto alle vie urinarie.
La prima indicazione deriva dall’odore particolarmente cattivo e acre della pipì, infatti di norma le urine devono essere chiare, trasparenti e inodori. È possibile poi anche un cambiamento nel comportamento del bambino che potrebbe risultare nervoso e/o manifestare un pianto immotivato dovuto a bruciori mentre urina. La perdita di peso o la mancanza di appetito sono spesso segnale di un malessere, tanto più se accompagnate da vomito che è un sintomo chiaro, ma poco noto di una possibile infezione. Infine, la febbre: non è mai da trascurare perché in molti casi può essere l’unico segnale che qualche cosa non va a livello urinario.
Le infezioni dell’apparato urinario nella maggior parte dei casi sono dovute a batteri, più raramente a dei virus o funghi; è questa la ragione per cui per determinarne il ceppo batterico che lo ha causato è necessaria l’esecuzione dell'urinocoltura, associata all'esame completo delle urine. L’aspetto positivo, una volta accertata l’infezione, è il fatto che esse sono facilmente curabili sia che interessino le basse o le alte vie urinarie. Sono infatti trattabili con una terapia antibiotica, scelta in relazione alla natura del batterio e all’età del bambino, che va protratta per almeno 7/10 giorni e talvolta seguita da una profilassi antibatterica nei piccoli pazienti di età inferiore ai 5 anni.
Dall’altro però resta fondamentale il riconoscimento tempestivo delle infezioni urinarie, poiché se mal trattate o trascurate, possono condurre a complicanze che si manifesteranno in età adulta con la comparsa ad esempio di ipertensione, gestosi e, nei casi più gravi, di insufficienze renali importanti. Per conoscere ancora qualcosa di più sulla problematica e aiutare i propri piccoli a non sentire più ‘bruciare la pipì’, le mamme e i papà potranno richiedere in farmacia e al proprio pediatra di famiglia, l’opuscolo educazionale «Mamma sto male, hai controllato la mia pipì?», redatto e promosso da Fimp.
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