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Redazione
pubblicato il 22-02-2012

Colonscopia, meglio virtuale o tradizionale?



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Colonscopia virtuale o tradizionale. Due tecniche per scrutare la superficie interna del colon

Colonscopia, meglio virtuale o tradizionale?

Mia moglie ha appena compiuto 50 anni, io ne ho 52. Il nostro medico di famiglia ci ha consigliato di prenotare una colonscopia.

L’idea, lo confesso, non mi alletta per nulla. Già faccio (e quest’anno anche mia moglie riceverà l’invito gratuito dalla Asl) il test Sof, per la ricerca nel sangue occulto nelle feci: che bisogno c’è di fare anche questo fastidioso esame? Non è meglio la colonscopia virtuale? Grazie, Pino

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Risponde Enrico Ricci, Direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ospedale Morgagni di Forlì

In Italia lo screening per la diagnosi precoce del tumore al colon prevede l’invito ogni due anni di tutti i cittadini fra i 50 e i 70 anni a effettuare gratuitamente il Sof, un esame semplicissimo: si raccoglie un campione di feci, lo si consegna alla farmacia più vicina e si riceve l’esito a casa per posta; in caso di test positivo si viene convocati per una colonscopia che possa chiarire meglio le anomalie rilevate.

Eppure, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale screening nel 2010 meno di un italiano su tre (29 per cento), fra quanti hanno ricevuto l’invito, dichiara di aver effettuato il test (il 44 per cento al Nord, il 31 al Centro e solo l’11 al Sud).

Un vero peccato perché la diagnosi precoce consente la guarigione in circa il 60 per cento dei pazienti, mentre le cose si complicano molto quando la malattia viene scoperta in fase avanzata.

Il Sof però rivela lesioni tumorali già in corso e la speranza è quella di coglierle (ripetendo il test ogni due anni) quando sono ancora allo stadio iniziale. Di norma, si consiglia una colonscopia dopo i 50 anni (da ripetere dopo dieci anni se non emergono problemi) perché è un test che individua molte lesioni precancerose.

Nel caso sia presente una familiarità di primo grado (genitori e/o fratelli) il rischio è maggiore, per cui è consigliabile eseguire direttamente la colonscopia invece del Sof, con controllo dopo 5 anni.

In cosa consiste la colonscopia?

 

La dieta di preparazione alla colonscopia

La dieta di preparazione alla colonscopia

24-04-2014

L’avversione nei confronti della colonscopia tradizionale è motivata soprattutto dal timore del dolore (si esplora l’intestino attraverso un tubo flessibile introdotto per via anale), che però viene ben tollerato se condotto da mani esperte ed è prevista una leggera sedazione che consente di non sentire dolore per la durata dell’esame (in media circa mezz’ora).

Con la tecnica virtuale questo problema non si pone. Ma quello che molti pazienti dovrebbero sapere è che, in realtà, la parte più fastidiosa dell’esame è la preparazione (comune a entrambi i metodi) che prevede di bere il giorno precedente al test circa 3 o 4 litri di liquidi che causano diarrea, indispensabile per “pulire” l’intestino in modo che le sue pareti siano meglio visibili.

Insomma, i vantaggi della colonscopia virtuale sono limitati al fatto che non viene introdotto l’endoscopio nel retto, ma serve sempre una preparazione, seppure più leggera, e l’accuratezza è leggermente minore. In caso di dubbi bisogna poi comunque sottoporsi al test tradizionale, che ha invece un pregio innegabile: contestualmente all’esame vengono rimossi eventuali polipi (in base al loro numero e alle dimensioni vengono previsti i successivi controlli preventivi) e, salvo rare eccezioni, garantisce protezione per i seguenti 10 anni.

I controlli sono ancora più importanti per chi è particolarmente a rischio di sviluppare un carcinoma del colon: gli obesi e chi soffre del morbo di Chron (malattia infiammatoria cronica intestinale), di colite ulcerosa o di poliposi familiare (patologia rara ereditaria). Ma per prevenire la malattia tutti dobbiamo seguire un’alimentazione sana (ricca di frutta, verdure, fibre; povera di grassi e di carni alla brace), fare movimento regolarmente e limitare il consumo di alcolici.

 

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