Risponde Paolo Persichetti, docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma
Risponde Paolo Persichetti, docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma
Sono mamma di un bambino di 11 anni, in sovrappeso. Durante l’ultima visita pediatrica, il medico ha parlato di ginecomastia dopo aver visitato anche gli organi sessuali. Di conseguenza ha prescritto una serie di esami clinici per avere conferma della diagnosi. Nel caso questa arrivasse, cos’è necessario fare?
Francesca (Latina)
Risponde Paolo Persichetti, docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma
La ginecomastia è una condizione che porta allo sviluppo delle mammelle (ghiandola e grasso) nell’uomo, in conseguenza a uno squilibrio degli ormoni sessuali. Si osservano elevati livelli di estrogeni circolanti, con l’effetto di un parziale mascheramento degli effetti innescati dagli androgeni. È un problema diffuso – ne soffrono tra il 32 e il 36% degli uomini – con importanti risvolti psicologici e sociali. Le forme più frequenti sono quelle infantili, dovuta a crisi estrogeniche reversibili. Progressivamente meno diffuse le forme puberali (pure reversibili), dell’età adulta e senili (queste ultime dovute all’assunzione di farmaci).
La ginecomastia classica è dovuta a un aumento della ghiandola mammaria, mentre la pseudoginecomastia e le forme miste sono causate da un contemporaneo sviluppo del tessuto adiposo. Tutte sono caratterizzate da diversi gradi di severità. Si possono avere ginecomastie monolaterali, bilaterali e asimmetriche. Nel caso del suo bambino, qualora la diagnosi fosse confermata, occorrerà capire se la ginecomastia è in fase acuta: in questo caso sarà possibile seguire una terapia medica a base di inibitori delle aromatasi che impediscono la conversione degli androgeni in estrogeni. Se invece la malattia fosse già cronicizzata, l’unico rimedio sarebbe la chirurgia estetica.
Esistono diverse metodiche effettuate in anestesia generale - liposuzione, lipoaspirazione, adenomammectomia: a cui può seguire una parziale resezione della cute -, da scegliere a seconda che la parte più sviluppata sia il tessuto adiposo o ghiandolare. Si interviene a livello del solco sottomammario, per armonizzare le forme tra addome e torace.
Non c’è una tecnica valida per tutte le occasioni: toccherà sempre al chirurgo plastico individuare quella più appropriata al caso di ginecomastia in questione. Spesso nella fase post-operatoria si chiede al paziente di indossare per due mesi una fascia elastica all’altezza del torace, in modo da facilitare la regressione cutanea.