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Daniele Banfi
pubblicato il 08-05-2024

Vaccino anti pneumococco: anziani più protetti



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V116 copre 21 sierotipi, 8 esclusivi delle infezioni tipiche dell'adulto. L'approvazione in Europa è prevista entro la fine dell'anno. Un'arma in più contro le polmoniti (e non solo) dell'anziano

Vaccino anti pneumococco: anziani più protetti

La vaccinazione anti-pneumococcica è un pilastro fondamentale nella prevenzione delle infezioni negli anziani e nei bambini. Il microrganismo che le causa però non è sempre uguale. Ecco perché oggi più che mai occorrono vaccini in grado di coprire più ceppi possibili. Uno di questi, prossimo ad essere approvato, è V116. Capace di "coprire" da ben 21 differenti ceppi, sarà il primo vaccino progettato per proteggere in maniera specifica gli anziani. I risultati dell'efficacia sono stati presentati durante il Meeting della International Society of Pneumonia and Pneumococcal Diseases (ISPPD).

LE INFEZIONI DA PNEUMOCOCCO

Le infezioni da pneumococco sono causate dal batterio Streptococcus pneumoniae, un microrganismo che può scatenare diverse condizioni cliniche. «Le complicanze di un'infezione da pneumococco dipendono dalla localizzazione del microrganismo. Otite, polmonite, batteriemia e meningite sono alcune delle complicanze associate alla presenza del batterio che colpiscono più spesso bambini piccoli, anziani e persone con sistemi immunitari indeboliti. Per rendere l'idea dell'impatto di queste infezioni basti pensare che ogni anno, in Italia, la maggior parte dei 250 mila ricoveri per polmonite riguarda Streptococcus pneumoniae» spiega Francesco Vitale, professore ordinario di Igiene all'Università degli Studi di Palermo, direttore dipartimento Oncologia e Sanità pubblica presso l'Aou Policlinico Palermo.

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I VACCINI ATTUALI

Fortunatamente per le fasce di età più a rischio sono da tempo disponibili vaccini efficaci nel ridurre le infezioni e le complicanze da pneumococco. Il dato più importante riguarda i bambini: «Dal 2000 al 2015 -spiega la professoressa Susanna Esposito, ordinaria di pediatria all’Università di Parma- si è verificata una riduzione nel numero di infezioni pari al 40%. Questo perché grazie alla vaccinazione si è venuto a creare il fenomeno dell'immunità di gregge. il microrganismo circola di meno». Ma come spesso accade i vaccini devono essere aggiornati rimanendo al passo con i ceppi circolanti. «La riduzione della circolazione nei bambini -puntualizza Caterina Rizzo, professoressa di Igiene generale e applicata all’Università di Pisa- ha portato ad un cambiamento nella tipologia di ceppi batterici tipici della malattia degli adulti. Ecco perché avere un vaccino con dei sierotipi diretti verso lo pneumococco non contenuti normalmente nel vaccino pediatrico è fondamentale per proteggere dalle infezioni responsabili di malattia severa nell’anziano e nell’adulto con condizioni di rischio».

UN VACCINO PROGETTATO PER GLI ANZIANI

Negli ultimi anni, grazie all'analisi dei sierotipi maggiormente diffusi nella popolazione adulta, sono stati progettati dei vaccini per cercare di colmare il gap con quelli attualmente disponibili. Uno di questi è V116, vaccino progettato per proteggere da 21 ceppi differenti responsabili dell'80% di tutte le infezioni nell'anziano. I risultati sull'efficacia sono stati presentati all'ultimo congresso ISPPD. Dalle analisi è emersa innanzitutto la capacità del vaccino di generare una risposta immunitaria importante contro tutti e 21 i sierotipi, una caratteristica non scontata se si pensa che alle volte non tutti i sierotipi producono la stessa risposta. Ma la grande novità riguarda la specificità della vaccinazione: «8 ceppi presenti esclusivamente in questo vaccino proteggono contro il 30% delle infezioni tipiche dell’adulto. Gli studi hanno dimostrato che la presenza di questi 8 ceppi, che non sono contenuti nei vaccini per l’infanzia, forniscono quella protezione aggiuntiva ed esclusiva per l’adulto a rischio e per l’anziano» spiega Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università del Salento.

QUANDO SARÀ DISPONIBILE?

Ad oggi, grazie ai risultati ottenuti nelle sperimentazioni, il vaccino è in fase di valutazione per la commercializzazione. Negli Stati Uniti FDA sta procedendo alla revisione prioritaria e l'approvazione potrebbe avvenire già prima dell'estate. Per quanto riguarda l'Europa il via libera di EMA è atteso entro la fine del 2024.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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