Uno studio su 815.000 famiglie in Svezia mostra che per una persona non immune il rischio di Covid-19 si riduce tanto più aumenta il numero di vaccinati o guariti in casa
I vaccini contro la Covid-19, ormai si sa, riducono notevolmente il rischio di essere contagiati e anche quello di contagiare nel caso si fosse positivi al virus. Ora arriva dalla Svezia una ricerca sull'effetto in famiglia della presenza di individui immuni, perchè vaccinati o perchè guariti.
VACCINAZIONI E CONTROLLO DELL'EPIDEMIA
L'indagine, condotta su poco meno di 815.000 famiglie svedesi, conferma che i vaccinati proteggono indirettamente anche gli altri, nello specifico i loro familiari. Questa conclusione, sottolineano gli autori nel loro articolo su Jama Internal Medicine, è importante perché da un lato chiarisce la relazione fra immunità da Covid-19 e il rischio di contagio in famiglia, dall’altro conferma che la vaccinazione è una strategia chiave per il controllo dell’epidemia.
LO STUDIO
I ricercatori svedesi hanno attinto ai registri nazionali considerando tutti gli individui presumibilmente immunizzati o perché avevano contratto la Covid-19 o perché vaccinati, e i rispettivi nuclei familiari, composti in media da 2 a 5 persone. Sono state incluse nell’indagine poco meno di 815.000 nuclei familiari. Nel periodo di osservazione (durato in media 26 giorni, fra aprile e maggio 2021), su 1.549.989 familiari non immuni, 88.797 hanno ricevuto la diagnosi di Covid-19 (il 5,7 per cento). È risultato che c’era una relazione inversa fra numero di vaccinati o guariti in famiglia e rischio di contagio, a conferma delle tante osservazioni già tratte in varie ricerche nel mondo.
L'EFFETTO IN FAMIGLIA
Con un immune in famiglia il rischio risultava ridotto dal 45 al 61 per cento, con due immuni in famiglia dal 75 all’86 per cento, fino al 94 per cento di riduzione per le persone non immuni che in famiglia hanno 4 vaccinati o guariti. Ovviamente dati analoghi sono stati registrati per il rischio di forme gravi di Covid-19, tali da richiedere ricovero ospedaliero. Queste osservazioni, concludono gli autori del lavoro, possono aiutare anche a programmare le strategie vaccinali nei paesi a basso reddito, finora rimasti sostanzialmente senza vaccini e ai quali bisognerà necessariamente pensare se si vuole contenere davvero una pandemia per sua natura indifferente ai confini.
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Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.