Il diabete di tipo 2 è silente, anche per molti anni. Molti malati non sanno di averlo finché non compaiono problemi a occhi, piedi, cuore o denti. Ecco quali sono le complicanze
Il 72 per cento delle persone nel mondo apprende di avere il diabete quando è comparsa almeno una delle (tante) complicanze che la patologia può provocare. Lo ha evidenziato uno studio della International Diabetes Federation (Idf) condotto in diversi paesi di Africa, Asia, Europa e Sudamerica al fine di comprendere quale sia la consapevolezza diffusa della malattia.
PER I PAZIENTI UNA VIVA PREOCCUPAZIONE
Le complicanze del diabete possono essere serie e, in alcuni casi, rischiose per la vita. Includono danni al cuore, agli occhi, ai reni, ai piedi, alla salute orale. Il 94 per cento degli intervistati ha confessato di avere sperimentato almeno una se non due di dette complicazioni. Più della metà (55 per cento) ha dichiarato di esserne preoccupato per la maggior parte dei giorni. Il rischio di complicanze si può ridurre significativamente con un accertamento precoce, un trattamento tempestivo e un’auto-cura informata. Alla domanda su quanto hanno fatto per prevenire le loro complicanze, l’84 per cento, che vuol dire 4 su 5, ammettono che avrebbero potuto fare di più, mentre quasi i due terzi (62 per cento) credono che il loro medico avrebbe dovuto fare di più.
DIETA SANA E MOVIMENTO CONTRO I RISCHI
Sono molti i fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, quello che comunemente si dice anche diabete “alimentare”. Si tratta di storia della famiglia, peso, età, etnia, sedentarietà, diabete in gravidanza. Alcuni di questi elementi non favorevoli possono venir ridotti seguendo un’alimentazione sana e facendo attività fisica. Apprendere bene i fattori di rischio, divenirne davvero consapevoli, fa già parte della prevenzione, spingendo alla diagnosi precoce e alla cura tempestiva.
IN ITALIA LA METÀ DEI DIABETICI NON SA DI ESSERLO
Il diabete di tipo 2, che costituisce il 90 per cento dei casi, spesso si sviluppa silenziosamente, senza sintomi che lo facciano notare. Per questo la Idf ha dedicato la scorsa Giornata (novembre 2023) in particolare alle complicanze della malattia in quanto sono molte volte le prime (anche se tardive) spie della patologia in atto. Il professor Gian Paolo Fadini, ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova e responsabile del Servizio di Diabetologia ambulatoriale, inizia il suo intervento sulle complicanze del diabete con una buona notizia: «In Italia non è il 72 per cento a scoprire di avere il diabete quando già si è aggravato di un’altra patologia, ma il 50 per cento. La metà. Che resta un numero alto, comunque più contenuto che altrove. Quindi forse da noi c’è una gestione un po’ migliore di questa malattia che può restare silente, asintomatica, per anni, anche dieci».
GLI SCREENING CHE MANCANO
Sarebbero raccomandabili – spiega lo specialista – degli screening annuali, o almeno biennali, per la glicemia come ci sono, a livello pubblico, per altre patologie. Prevenire o intervenire subito si tradurrebbe anche in un notevole risparmio nelle spese per il sistema sanitario. Il medico di famiglia dovrebbe prescrivere ogni anno l’esame della glicemia, che tra l’altro costa pochissimo.
LE POSSIBILI COMPLICANZE DEL DIABETE
Ed eccoci alle complicanze del diabete illustrate dal professor Gian Paolo Fadini dell’Università di Padova:
- PIEDE DIABETICO: il diabete provoca problemi ai nervi e alle arterie dei piedi. La persona non ha la piena sensibilità del dolore per cui se, per esempio, si fa male con un chiodo può non accorgersene, la ferita fa fatica a guarire e può diventare un’ulcera, creare un “buco” sotto la pianta. Così con le vesciche causate dalle scarpe, la scottatura facendo il pediluvio… Dopo l’ulcera può intervenire la cancrena obbligando ad amputare: all’inizio si tratterà di un dito o due, poi si può arrivare anche all’amputazione della gamba.
- RETINOPATIA: il diabete è una delle cause più importanti di cecità nel mondo occidentale. Può determinare vari quadri di danni agli occhi, a lungo asintomatici. Il paziente si rende contro del problema se gli cala la vista o si ha un’emorragia della retina. Chi ha il diabete deve farsi controllare dall’oculista il fondo dell’occhio ogni due anni così che si possa intervenire prima che la complicanza diventi sintomatica.
- INSUFFICIENZA RENALE: il diabete è molto subdolo nei confronti dell’insufficienza renale, dando sintomi soltanto in fase avanzata, tanto che può condurre alla dialisi. Ogni anno va fatto il controllo della funzione renale con esami del sangue e delle urine.
- DISTURBI CARDIOVASCOLARI: chi ha il diabete ha un rischio 2-3 volte maggiore di infarto o di ictus e, dopo, una prognosi peggiore. Sono anche probabili ischemie agli altri inferiori, che a loro volta possono provocare il “piede diabetico”.
- DISTURBI ORALI: il diabete può compromettere la salute orale con la parodontite, un’infiammazione cronica che può far perdere i denti. Al contrario, può essere la parodontite a contribuire all’insorgere del diabete.
I CENTRI DIABETOLOGICI UN MODELLO ITALIANO
Si può guarire del diabete? No, però si può curare bene. «Esistono cure molto efficaci che possono tenere la malattia sotto controllo ed evitare le complicanze – spiega il professor Fadini. – In Italia, poi, esistono i Centri diabetologici che permettono di consultare in un unico luogo l’endocrinologo, l’infermiere, lo psicologo, il podologo… Questi Centri sono una specificità del nostro paese, non esistono all’estero, per cui in questo caso l’Italia è un modello nel mondo».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.