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Cardiologia
Donatella Barus
pubblicato il 26-08-2022

Miocardite e vaccini? Più frequenti con il Covid-19



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Ancora conferme da uno studio inglese su 43 milioni di persone, che conta i casi di miocardite nei 28 giorni dopo la vaccinazione e dopo l’infezione da Covid-19

Miocardite e vaccini? Più frequenti con il Covid-19

Di quanto aumenta la probabilità di una miocardite dopo il vaccino per Covid-19? E dopo l’infezione? È una delle questioni più studiate e dibattute da quando questa condizione infiammatoria del cuore è stata inclusa fra i possibili effetti collaterali della vaccinazione contro il virus Sars-CoV-2. Ora uno studio britannico su quasi 43 milioni di persone, pubblicato sulla rivista Circulation dedicata alla ricerca sulla salute cardiovascolare, conferma sostanzialmente quanto emerso finora. Ovvero che:

  • il rischio di miocardite da vaccino resta basso
  • è più alto nei giovani maschi rispetto al resto della popolazione
  • è di parecchio inferiore a quello di miocardite da Covid-19, anche dopo terze dosi e dosi booster.

 

MIOCARDITI, VACCINI E COVID-19

I ricercatori, afferenti a varie università britanniche e coordinati dall’Università di Oxford, hanno fatto i conti con i dati di persone con più di 13 anni vaccinate per Covid-19 fra il dicembre 2020 e il dicembre 2021, andando a considerare i casi di miocardite in relazione o alla vaccinazione o all’infezione da Sars-CoV-2. Si tratta di un bacino decisamente ampio, in tutto 42.842.345 individui che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, di cui 21.242.629 hanno avuto 3 dosi e 5.934.153 hanno avuto l’infezione, prima o dopo la vaccinazione. Fra loro, i ricercatori sono andati a cercare chi aveva avuto episodi di miocardite nei 28 giorni dopo gli eventi che si volevano valutare: la vaccinazione e il test positivo per Covid-19.

Ecco i risultati.

 

I DATI PIÙ IN DETTAGLIO

Un primo dato importante è che le miocarditi acute sono un evento raro: su quasi 43 milioni di individui, 2.861 persone sono state ricoverate o sono morte per miocardite nell’anno di osservazione, significa lo 0,007% della popolazione considerata. Di questi casi, 617 si sono verificati nei 28 giorni dopo un vaccino Covid-19 (in 514 casi si è trattato di un ricovero ospedaliero).

 

MIOCARDITE ASSOCIATA ALLA VACCINAZIONE

In che modo il rischio di miocardite è cambiato nel mese successivo ad una vaccinazione anti-Covid? Un aumento di rischio di miocardite rispetto a quello atteso è stato rilevato nei 28 giorni dopo la somministrazione dei vaccini considerati (a vettore virale, Oxford AstraZeneca, o a m-RNA, Pfizer e Moderna). Il rischio è stato fra 1,33 e 1,72 volte più alto con i vaccini AstraZeneca e Pfizer, in tutti i casi è stato di gran lunga inferiore a quello correlato al Covid-19, tranne che dopo la seconda dose di Moderna, vaccino che nel Regno Unito è stato somministrato in quell’anno soprattutto a persone giovani, difficile quindi generalizzare il dato a tutta la popolazione. Infatti nel complesso, più esposti al rischio da miocardite da vaccino sono risultati gli uomini sotto i 40 anni, come già emerso da altre analisi, e soprattutto dopo una seconda dose di vaccino Moderna.

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MIOCARDITE ASSOCIATA AL COVID-19

E, invece, come ha influito sul pericolo di miocardite l'infezione da Covid-19? Fra le cause di infiammazione cardiaca ci sono le infezioni virali, compresa quella causata dal virus Sars-CoV-2. Nella casistica inglese, come in altri studi, il rischio più alto di miocardite è risultato comparire nelle persone infettate dal virus e non ancora vaccinate. Nei 28 giorni dopo il tampone positivo è risultato 11 volte più alto rispetto ad altri periodi; per le persone infettate da Covid-19 dopo essere state vaccinate il rischio è risultato 5-6 volte più alto.

 

CHE COSA È IMPORTANTE SAPERE

Martina Patone, primo autore e ricercatrice in statistica presso l’Università di Oxford, ha commentato: «Abbiamo analizzato un’ampia mole di dati, l’intera popolazione vaccinata in Inghilterra durante il primo anno di pandemia quando i primi vaccini sono diventati disponibili. Abbiamo rilevato che il rischio di miocarditi dopo la vaccinazione Covid è ridotto rispetto a quello dopo l’infezione». L’importanza di queste rilevazioni - che si aggiungono a dati raccolti dai centri di ricerca in tutto il mondo e che proseguiranno negli anni a venire – è continuare a monitorare la situazione e fornire strumenti per calibrare sempre meglio l’offerta vaccinale. «Per la gente è importante sapere che la miocardite è rara, e resta raro il rischio di svilupparla dopo la vaccinazione covid-19» ha dichiarato Nicholas Mills, coautore della ricerca e professore di cardiologia all’Università di Edimburgo. «Questi rischi dovrebbero essere bilanciati con i benefici della vaccinazione nel prevenire le infezioni severe da Covid-19. Altrettanto fondamentale è capire chi è a rischio aumentato di miocardite e quali vaccini sono associati ad un rischio più elevato».

 

IL QUADRO ITALIANO

In Italia il rapporto AIFA 2021 sulle segnalazioni di eventi avversi legati alle vaccinazioni per Covid-19 ha registrato 256 casi di miocarditi post-vaccino (2,7 casi per milione di dosi di vaccino) e 443 casi di pericardite post-vaccino (4,1 casi per milione di dosi di vaccino). In generale, si sono osservate soprattutto nei giovani maschi e entro 1-3 settimane dalla somministrazione. L’andamento clinico sembra essere più lieve e ha mostrato dei tempi di risoluzione più brevi rispetto alle miocarditi di altra origine e ha precisato AIFA, «questi eventi molto rari continuano a essere monitorati costantemente, sia a livello europeo sia a livello nazionale».

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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