Grazie ai farmaci mRNA interference come zilebesirian è possibile "spegnere" l'angiotensina abbassando così i valori pressori
Spegnere l'angiotensina per combattere l'ipertensione. E' questa una delle nuove strategie per abbassare i valori della pressione. Ma come fare tutto ciò? Semplice, silenziando l'mRNA che porta le informazioni utili alla produzione di questa proteina. A dimostrare la bontà di questa strategia è uno studio da poco pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine: zilebesirian, questo il nome del farmaco, si è dimostrato utile nel ridurre i valori di angiotensina portando ad un consistente abbassamento della pressione arteriosa.
PRESSIONE SANGUIGNA: CHE COS'È
Quando si parla di pressione sanguigna ci riferiamo comunemente a quella arteriosa. Questo valore è una misura diretta della pressione che viene esercitata dal sangue pompato dal cuore sui vasi sanguigni. Ma il cuore, battendo ad intervalli regolari, genera due tipi di pressione. La pressione massima, chiamata anche sistolica, corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie. La pressione minima, nota anche come diastolica, è la pressione nelle arterie quando il cuore si rilassa.
QUALI SONO I VALORI SOGLIA?
Valori compresi tra 110 e 140 di massima e 70 e 90 di minima sono da considerarsi del tutto normali. Si parla di ipertensione invece quando uno di questi valori è superiore. Mentre la minima rappresenta un dato per gli "addetti ai lavori", il valore da tenere sotto controllo è quello della massima. L'ipertensione è infatti uno dei principali fattori di rischio per infarto e ictus.
IL RUOLO DEI FARMACI
Nella maggior parte dei casi per abbassare la pressione arteriosa bastano pochi accorgimenti. Quando alimentazione e attività fisica non bastano si ricorre all'utilizzo degli anti-ipertensivi, una classe di farmaci ampiamente diffusa e dalla buona efficacia. Esiste però una fetta di popolazione ipertesa (15%) che, nonostante i farmaci, rimane con valori di pressione troppo elevati. In questi casi, quando nonostante il mix di tre o più farmaci la pressione non scende al di sotto di 150/90 mm Hg, si parla di ipertensione resistente. Ecco perché occorre individuare sempre nuove molecole da poter utilizzare.
SILENZIARE L'ANGIOTENSINA
Tra i farmaci maggiormente somministrati per combattere l'ipertensione ci sono gli ACE-inibitori. Queste molecole riducono la pressione arteriosa perché interferiscono impedendo l'azione dell'angiotensina, una proteina che porta alla costrizione dei vasi sanguigni. Per questa ragione la ricerca è al lavoro per individuare nuovi metodi per interferire con questo sistema. Uno di essi è il silenziamento dell'mRNA che porta l'informazione per la produzione dell'angiotensina. Risultato? La mancata azione della proteina. Ad oggi sono già diversi i farmaci in commercio appartenenti alla categoria delle molecola mRNA interference. Nello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, l'RNA interference zilebesiran -somministrato sottocute in singola dose- si è dimostrato efficace nell'inibire la produzione di angiotensina abbassando in maniera significativa i valori della pressione a 24 settimane dalla somministrazione. Un risultato importante, per ora ottenuto in uno studio di fase I, che dimostra la bontà di questo approccio. Prossimo passo sarà quello di valutare l'efficacia su un più ampio numeri di pazienti.
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Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.