Il vaccino ad alto dosaggio riduce il rischio di ricovero ed infarto negli over-65. I risultati presentati al congresso dell'European Society of Cardiology
Il vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio, negli anziani, è più efficace di quello tradizionale nel prevenire lo sviluppo dell'infezione e nell'evitare il ricovero in ospedale per problemi cardiovascolari. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio presentato al recente congresso dell'European Society of Cardiology (ESC). Un risultato importante che indica come questa tipologia di vaccino potrebbe essere offerta prioritariamente agli over-65 nella prevenzione del danno cardiovascolare.
I DANNI DELL'INFLUENZA
Ogni anno, in Italia, a causa dell'influenza si registrano 6-8 mila decessi. Diversi studi hanno ormai dimostrato da tempo che l'infezione virale aumenta considerevolmente i problemi di tipo cardiovascolare, specialmente negli anziani. Un esempio? Il rischio di infarto aumenta di sei volte nella settimana successiva all'infezione. Non solo, quasi il 20% dei ricoveri per insufficienza cardiaca è dovuto all'influenza. Infine, circa il 12% delle persone ricoverate per influenza ha avuto un evento cardiovascolare acuto. Evitare l'infezione prevenendola con la vaccinazione è dunque di fondamentale importanza per ridurre al minimo i problemi al cuore.
L'ALTO DOSAGGIO RIDUCE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Gli anziani rappresentando una delle categorie dove la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata. Ma a differenza di quanto si possa pensare, non tutti i vaccini antinfluenzali sono uguali. Ne esiste uno a dosaggio standard e uno ad alto dosaggio. Sempre più numerose evidenze indicano che negli over-65 la migliore protezione è offerta da questi ultimi. Ultimo in ordine di tempo lo studio presentato ad ESC, ad opera dei ricercatori del Centre for Translational Cardiology and Pragmatic Randomised Trials della University of Copenhagen. Nell'analisi, che ha coinvolto oltre 12 mila persone (metà hanno ricevuto il dosaggio standard, metà quello più alto), è emerso che negli anziani vaccinati ad alto dosaggio si registra una riduzione del 49% del rischio di morte e del 64% del rischio ricovero rispetto ai vaccinati con la dose standard.
IL VACCINO È GIÀ DISPONIBILE
Un risultato importante, quello presentato ad ESC, che dovrà ora essere confermato su un più ampio numero di pazienti. Le indicazioni però a preferire l'alto dosaggio negli anziani cominciano a farsi consistenti. Allo stato attuale il vaccino ad alto dosaggio è approvato per gli over-65 in molte nazioni ma non viene offerto come prima scelta in questa categoria di persone. Per quanto riguarda il nostro Paese, come da indicazioni del Ministero, per l'ultima campagna vaccinale si è utilizzato un vaccino split quadrivalente che contiene due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e due virus di tipo B contenente 60mcg di emoagglutinina (HA) per ciascun ceppo virale per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia. Vaccino indicato nei soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
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Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.